Il sistema adottato dal regime le costó la privazione di alcuni diritti, per il solo motivo di essere ebrea, primo fra tutti l’impossibilità di andare a scuola. La Segre ha affermato che la vera crudeltà fu l’invisibilità che la rese prima l’altra, per poi far svanire la sua figura nei confronti dei compagni di classe e conoscenti.
La clandestinità e i racconti tragici hanno colpito molto anche il presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte, che ha sollecitato verso i giovani tanti interrogativi ringraziando poi la senatrice per la sua narrazione.
Il suo racconto secondo quanto affermato dalle principali cariche istituzionali del paese, sarà portato avanti e non finirà nel dimenticatoio. Il presidente della Camera Roberto Fico, ne ha definito l’importanza secondo i valori che sono gli stessi contenuti alla base della nostra Costituzione.
Liliana Segre ha sottolineato l’importanza dell’accoglienza, ponendo luce sulla sua clandestinità e la mancata richiesta d’asilo quando era stata respinta, dopo essere scappata in Svizzera prima della deportazione.
di Olindo Nuzzo
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