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Città della pace, intervento di Liliana Segre

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Una standing ovation con tantissimi applausi hanno accompagnato l’ultima apparizione pubblica di Liliana Segre, alla Cittadella della pace di Rondine ad Arezzo, durante la testimonianza destinata alle scuole italiane e ai giovani del mondo. La senatrice ha raccontato come l’introduzione delle leggi razziali fasciste le cambiarono la vita quel giorno di settembre del 1938.

Il sistema adottato dal regime le costó la privazione di alcuni diritti, per il solo motivo di essere ebrea, primo fra tutti l’impossibilità di andare a scuola. La Segre ha affermato che la vera crudeltà fu l’invisibilità che la rese prima l’altra, per poi far svanire la sua figura nei confronti dei compagni di classe e conoscenti.

La clandestinità e i racconti tragici hanno colpito molto anche il presidente del consiglio dei ministri Giuseppe Conte, che ha sollecitato verso i giovani tanti interrogativi ringraziando poi la senatrice per la sua narrazione.

Il suo racconto secondo quanto affermato dalle principali cariche istituzionali del paese, sarà portato avanti e non finirà nel dimenticatoio. Il presidente della Camera Roberto Fico, ne ha definito l’importanza secondo i valori che sono gli stessi contenuti alla base della nostra Costituzione.

Liliana Segre ha sottolineato l’importanza dell’accoglienza, ponendo luce sulla sua clandestinità e la mancata richiesta d’asilo quando era stata respinta, dopo essere scappata in Svizzera prima della deportazione.

di Olindo Nuzzo

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