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‘Mamma, rimanere a casa ci fa credere che siamo malati’. Lettera al Governatore De Luca

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Caro signor Presidente della Regione Campania,

sono una madre di tre figli. Il maschio ha 11 anni, la femmina ha 9 anni e l’ultimo, maschio, ne ha 7. Loro sono una gioia, una risorsa, una benedizione.

Mi chiedevo… lei conosce Fortnite? penso di no.

Glielo spiego io: Fortnite è un gioco on-line che dal mese di marzo è diventato l’unico strumento di interazione e socializzazione che i miei figli (e non solo i miei, purtropppo) conoscono.

Con esso hanno imparato a mirare alla testa di altri giocatori per ucciderli e accumulare punti, hanno acquisito una ricca dialettica pregna di parolacce che in casa non erano mai state pronunciate, hanno conseguito una lenta ma insistente dipendenza da videogiochi… e dunque loro si sentono al sicuro e a proprio agio solo con gli occhi incollati su uno schermo.

La femminuccia invece si perde sul tablet tra Tik Tok, video di youtuber che non sanno usare il congiuntivo e challange demenziali di vario genere… insomma, siamo lontani da argomenti come gli avverbi, l’apparato escretore, l’impero romano, le preposizioni articolate, i poligoni, le frazioni…

Ah, per dovere di cronaca, questi bambini hanno conseguito il voto 10 in tutte le materie per lo scorso anno scolastico, quindi le sto parlando di bambini curiosi, svegli, intelligenti, dinamici, creativi e soprattutto SEGUITI A CASA DAI GENITORI.

Bene, ora arrivo al dunque, caro signor Presidente della Regione Campania.

Da marzo, io e mio marito abbiamo completamente perso di vista la linea educativa che da sempre stavamo perseguendo per crescere i nostri figli.

Ci siamo immersi nei problemi legati alla chiusura temporanea dell’attività commerciale di mio marito e al mio lavoro da portare avanti nonostante tutto.

In questo vortice di pensieri e preoccupazioni serie, tra lezioni a distanza in DAD e infinite foto di compiti da postare sul portale Argo, a giugno la scuola è finita e i miei figli si sono ancora di più accaniti con i videogiochi.

“La colpa è sua che non riesce a fornire valide alternative di gioco ai suoi figli” potrà dirmi lei… ed ha ragione!

Ha ragione perchè questa pandemia sta generando ansia in noi genitori. Ha ragione perchè i sensi di colpa che portiamo dentro noi madri quando li dobbiamo lasciare a casa per andare a lavorare pesano come un macigno.

Da ottobre poi finalmente è ripresa la scuola e stavamo TUTTI tirando un timido sospiro di sollievo in famiglia.

Io potevo lavorare più serenamente, i bambini erano così felici di tornare a scuola e rivedere insegnanti e amici di classe. Anche la mascherina chirurgica ci era simpatica ormai.

Ieri sera invece ci arriva la condanna a morte, perchè è questo che lei ha firmato con l’ordinanza.

Il suo provvedimento ha gettato scompiglio e panico nelle famiglie campane che non possono appoggiarsi a nonni o baby sitter.

Questi bambini in che posto staranno? Parcheggiati in luoghi più disparati?

E non era più sicuro tenerli, con il dovuto distanziamento, in classe?

Ma a parte della sicurezza fisica dei bimbi, vorrei parlare anche d’altro… forse qualcosa di peggiore…

La DAD non è fare scuola. La casa non è la classe. I genitori non sono gli insegnanti. I bambini non sono pronti, non sono autonomi, non sanno interagire attraverso uno schermo per tante ore.

La mia domanda è: chi risanerà le voragini didattiche e psicologiche che gli studenti stanno subendo da mesi?

Chi si prenderà cura del loro “sapere”? Chi gli offrirà una spiegazione plausibile al terrorismo epocale a cui stanno facendo da spettatori?

Le ricordo, caro signor Presidente della Regione Campania, che i miei figli (i nostri figli) saranno i medici, i maestri, gli infermieri, gli informatici, gli industriali di domani…

Con quali lacune diventeranno i professionisti del futuro?

E se la politica di oggi sta creando confusione e disarmo, cosa saranno capaci di fare i politici del domani se hanno avuto davanti ai loro occhi l’esempio di politici che oggi chiudono le scuole invece di chiudere le sale bingo o i distributori di sigarette?

Il santo Padre ha parlato di catastrofe educativa, di milioni di bambini costretti a lasciare la scuola per la crisi sanitaria in corso… ma chi sta ascoltando il suo appello?

Siete tutti troppo impegnati a fare rendiconti e spartenze di fondi, pensate ai numeri, ai calcoli, e intanto fuori c’è il nulla.

Perchè questo è ciò che state offrendo alle nuove generazioni: il nulla.

I miei figli, i nostri figli, saranno i cittadini del domani: RICORDIAMOLO!

Stamattina i bambini, al loro risveglio, mi hanno detto: “Mamma, rimanere a casa ci fa credere che siamo malati, perchè di solito solo se siamo malati non andiamo a scuola… ”

Ecco, i miei figli hanno la sensazione di essere malati. Malati non di Covid-19, ma malati di indifferenza sociale…

Devo aggiungere altro, caro signor Presidente della Regione Campania?

 

Distinti saluti,

una mamma campana

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