“In questo senso – spiega – va benissimo lo smart working. Va bene la chiusura delle vie e delle piazze, se in quelle zone si assembrano le persone.
Va bene l’accesso differenziato a scuola, anche di pomeriggio. Ai ragazzi dobbiamo insegnare poi a stare a casa, ad evitare il più possibile i luoghi affollati, spostando le naturali e giuste esigenze di socialità sulla scuola, sulla visita agli amici sì, ma pochi per volta, sui contatti telefonici e telematici”.