Il monitoraggio riguarda la settimana 12-18 ottobre. Secondo gli esperti, l’epidemia è in rapido peggioramento e sono “necessarie misure, con precedenza per le aree maggiormente colpite, che favoriscano una drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e che possano alleggerire la pressione sui servizi sanitari”.
Limitare i contatti – Per l’Istituto superiore di sanità, “è fondamentale che la popolazione riduca tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie. Si ricorda che è obbligatorio adottare comportamenti individuali rigorosi e rispettare le misure igienico-sanitarie predisposte relative a distanziamento e uso corretto delle mascherine”.
Carico non sostenibile dai servizi territoriali – Il carico di lavoro non è più sostenibile sui servizi sanitari territoriali, con evidenza di impossibilità di tracciare in modo completo le catene di trasmissione e aumento in proporzione dei casi evidenziati per sintomi. Questi ultimi hanno superato per la prima volta questa settimana quello dei casi identificati tramite contact tracing.
Tasso d’occupazione delle Rianimazioni oltre il 10% – Dai dati emerge inoltre un importante aumento nel numero di persone ricoverate e, di conseguenza, anche dei tassi di occupazione delle degenze in area medica e in terapia intensiva, con alcune Regioni e Province Autonome sopra il 10%. Se l’andamento mantiene il ritmo attuale, “esiste una probabilità elevata che numerosi territori raggiungano soglie critiche di occupazione in brevissimo tempo”.
Oltre settemila focolai ancora attivi, diminuiscono i nuovi – Sono complessivamente 7.625 i focolai attivi, di cui 1.286 nuovi, e per la prima volta in undici settimane è in diminuzione il numero di nuovi focolai (nella precedente settimana di monitoraggio erano stati segnalati 4.913 focolai attivi, di cui 1.749 nuovi). “Questo calo è probabilmente dovuto al forte aumento di casi per cui i servizi territoriali non hanno potuto individuare un link epidemiologico. Sono stati riportati focolai nella quasi totalità delle province (106 su 107). La maggior parte di questi focolai continua a verificarsi in ambito domiciliare (81,7%), che al momento rappresenta un contesto di amplificazione della circolazione virale e non il reale motore dell’epidemia”.
Focolai limitati nelle scuole – In settimana sono in aumento anche i focolai in cui la trasmissione potrebbe essere avvenuta in ambito scolastico, anche se la trasmissione intra-scolastica appare ancora limitata (3,5% di tutti i nuovi i focolai in cui è stato segnalato il contesto di trasmissione). E’ tuttavia chiaro che le attività extra e peri-scolastiche possono costituire un innesco di catene di trasmissione laddove non vengano rispettate le misure di prevenzione previste.