«Si tratta di provvedimenti – continua Iaccarino – che, pur non disponendo la chiusura delle strutture ricettive, penalizzano fortemente le imprese titolari di queste ultime. Tra frontiere chiuse, viaggi sconsigliati, eventi sospesi, spettacoli annullati, cerimonie vietate e smart-working, chi volete che prenoti un soggiorno in albergo?
Governo e Regione non tengono conto degli enormi sforzi che le imprese turistiche hanno compiuto per adeguarsi ai protocolli anti-Covid con l’obiettivo di garantire la massima sicurezza tanto agli ospiti quanto a dipendenti e collaboratori».
Le misure varate da Governo e Regione si inquadrano in una fase già critica per un settore, come quello dell’accoglienza, che produce circa il 15% del pil campano e dà lavoro a decine di migliaia di persone: «A giugno e a luglio abbiamo registrato un calo di presenze nelle strutture associate pari all’85% – conclude Iaccarino – e, ad agosto, il turismo domestico non è riuscito a compensare la mancanza pressoché totale di ospiti stranieri».
«Ciò ha penalizzato soprattutto città d’arte come Napoli e Caserta e le tradizionali mete di vacanza dei viaggiatori stranieri come la penisola sorrentina, con conseguente perdita di milioni di presenze e di fatturato. Le ultime misure restrittive varate da Governo e Regione complicano tutto. Confidiamo in interventi di ristoro rapidi ed equi, basati sulla perdita effettiva di fatturato e non sul codice Ateco».