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Giovani e crisi dell’Impresa (di Tony Ardito)

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Un recente studio di Unioncamere mostra che 6 giovani su 10, nel mettersi in proprio, hanno puntato su settori tradizionali, come il Commercio, in cui si contano 140mila imprese di under 35 (26,5% del totale), le Costruzioni (63mila, pari al 12%), il Turismo (quasi 58mila, circa l’11%) e l’Agricoltura (55mila, 10,4%). Le imprese di giovani al di sotto dei 35 anni costituiscono l’8,7% di tutto il sistema produttivo nazionale, benché si sia registrato un calo di 80mila unità rispetto al 2015.

Una proiezione all’innovazione che si coglie pure guardando la partecipazione dei giovani al mondo dell’impresa dal punto di vista delle start up innovative, nelle quali quasi una su 5 è a prevalenza giovanile; o dell’economia “verde”, che vede tanti giovani imprenditori investire in tecnologie, prodotti e servizi a minor impatto ambientale.

Il 10% dei ragazzi che fanno impresa è anche attivo nei settori più innovativi e ad elevato utilizzo di tecnologie, a partire dai Servizi di informazione e comunicazione, dalle Attività professionali, scientifiche e tecniche e dal Noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese. Nella Manifattura operano 29mila imprese giovanili (il 5,5% del totale), mentre negli Altri Servizi se ne contano oltre 33mila (6,3%).

Nel settore turistico, i giovani alla guida di imprese puntano molto sulle attività di Alloggio (+1.800); nel mondo del Commercio, quello legato alla vendita all’ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicolo sembra avere un ampio successo, visto che oggi possiamo contare quasi 1.500 imprese di under 35 aggiuntive rispetto a cinque anni fa.
Cresce poi la partecipazione pure nei settori ad alto contenuto di competenze.

È il caso delle 1.100 imprese giovanili in più che si occupano di Attività di direzione aziendale, delle oltre 700 aggiuntive della Pubblicità e ricerche di mercato, delle circa 170 in più del settore dell’Istruzione, delle 160 in più nell’ambito della produzione cinematografica e video e delle 100 aggiuntive che si occupano di Ricerca scientifica e sviluppo.

In attivo anche il confronto nel quinquennio delle imprese che si occupano di Servizi alla persona (+700), di lotterie e scommesse (+200), di servizi finanziari (+200).

Va evidenziato che alla perdita di 80mila imprese giovanili hanno contribuito soprattutto alcuni dei settori più tradizionali, a partire dal Commercio, che ne conta 35mila in meno, e dalle Costruzioni (-29mila); il settore della ristorazione ne perde quasi 5mila e la Manifattura, 7mila.

Tra le regioni, solo il Trentino Alto Adige regista in questi cinque anni un incremento delle imprese guidate da under 35: le sue 9.300 costituiscono il 2,4% in più del settembre 2015. Marche (-20,6%), Toscana (-19,8%) e Abruzzo (-18,4%) sono le regioni che in termini relativi hanno visto le riduzioni più cospicue del numero dei giovani imprenditori. Campania (-7,9%), Basilicata (-8%), e Sardegna (-11,3%) quelle che marcano una contrazione minore.

di Tony Ardito

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