La Salernitana ovviamente teme ed aspetta i risultati dei prossimi tamponi. Incroci a rischio, timori di contagi, partite da rinviare, sconfitte a tavolino: è questo ormai il calcio ai tempi del Covid ed è in questo contesto che si inserisce il rebus della partita tra Salernitana e Reggiana. La situazione degli emiliani è paradossale: 22 giocatori e 7 membri dello staff positivi. Un ulteriore rinvio dopo quello di sabato scorso per la Reggiana non è possibile. I 13 calciatori (portiere compreso) per poter scendere in campo non ci sono. Il presidente ha già annunciato di non voler fare ricorso alla Primavera.
«Non si tratta del risultato – ha detto Luca Quintavalli al Corriere dello Sport-, ma proprio di falsare il campionato». «Non è normale – ha aggiunto – che le squadre scendano in campo in base ai sani e ai malati». In buona sostanza, la partita dell’Arechi quasi certamente non si giocherà e non perché sarà rinviata. Il regolamento che cerca di disciplinare le gare tra squadre alle prese con i contagi, oltre ad essere particolarmente complesso, non tiene effettivamente conto di possibili focolai interni ai club e che potrebbero generare situazioni complicate.
La stessa Salernitana nutre qualche timore dopo la notizia dei contagi nell’Ascoli, come ha confessato mister Castori. In definitiva, pur comprendendo le difficoltà oggettive della Reggiana, non è la squadra granata a dover concordare un eventuale rinvio con gli emiliani. E’ il principio che prova a disciplinare tale caos ad essere sbagliato.