Il lockdown andrebbe applicato “dove gli ospedali sono in crisi, come Lombardia o Campania. Ma non serve un lockdown generalizzato – spiega – Occorre studiare il territorio e chiudere dove il virus circola di più, anche a livello di singoli comuni. Un valore di Rt sopra a 1,5 dovrebbe spingerci a intervenire”.
Un provvedimento importante per lei “sarebbe rendere le mascherine obbligatorie a scuola sempre, anche durante le lezioni”. Le zone meno colpite “potrebbero riaprire i locali la sera. Ma bisogna fare presto. Se non agiamo subito, fra un mese i dati saranno peggiorati”.
Aspettare e capire se le attuali misure prese hanno effetto “avrebbe senso se fra dieci giorni avessimo più dati utili a orientare le scelte. La mancanza di dati invece è sempre stato un problema grave in Italia, fin dall’inizio. Non abbiamo una mappa dettagliata della circolazione del virus, non sappiamo dove ci si infetta di più”.
Se sapessimo “che i ristoranti sono luoghi più a rischio dei cinema – ma è solo un esempio – chiuderemmo i primi e lasceremmo aperti i secondi. Anche gli aiuti economici potrebbero essere più mirati. Sapremmo spiegare ai cittadini il perché delle scelte della politica. Invece sembra mancare una programmazione per il futuro. Eppure dobbiamo prepararci a trascorrere con il Covid l’inverno. Sono 7 mesi, e non saranno facili”.