Nello specifico, i ricercatori hanno individuato che una percentuale significativa di pazienti (22 su 131 pazienti, 16,7%) che soddisfacevano i criteri di interruzione della quarantena (nessun sintomo clinico acuto di Covid-19 e due tamponi negativi consecutivi) sono risultati nuovamente positivi a Sars-Cov-2 durante gli screening svolti dopo almeno due settimane.
“Questi risultati – spiegano gli autori dello studio sull’American Journal of Preventive Medicine – indicano che una considerevole percentuale di pazienti Covid-19 dichiarati completamene guariti dall’infezione può ancora essere portatore asintomatico del virus”.
Questi pazienti, ai quali nonostante l’assenza di linee guida specifiche post-Covid è stato comunque suggerito di rispettare la quarantena per la seconda volta, hanno mostrato sintomi respiratori persistenti, specialmente mal di gola (18% dei positivi vs 4% dei negativi) e segni di rinite (27% vs 12%), anche se in una forma più lieve rispetto alla fase acuta della malattia.
Altri sintomi, come affaticamento (51%), respiro affannoso (44%) e tosse (17%) erano ancora presenti in una percentuale significativa del campione studiato, sebbene non vi fossero differenze sostanziali tra gli individui con un test positivo o negativo. Osservazioni che, ritengono gli studiosi, indicano come la persistenza di mal di gola e rinite non debba essere sottovalutata ma adeguatamente valutata in tutti i pazienti considerati guariti da Covid-19.
“Medici e ricercatori – ha commentato Francesco Landi, professore associato del Dipartimento di Scienze geriatriche e ortopediche dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e primo autore della ricerca – si sono concentrati sulla fase acuta dell’infezione da coronavirus ma è necessario un monitoraggio continuo dopo la dimissione per gli effetti di lunga durata”.
In tal senso, i ricercatori raccomandano che i pazienti che continuano a presentare sintomi potenzialmente correlati a Covid-19 evitino il contatto ravvicinato con altre persone, continuando a indossare mascherine ed eventualmente vengano sottoposti a un tampone nasofaringeo aggiuntivo. Quanto alla possibilità che questi pazienti siano ancora in grado di trasmettere l’infezione sono però necessarie ulteriori indagini.
“Un test con tampone positivo può rivelare se i pazienti stanno ancora perdendo frammenti virali, ma non è in grado di discernere se sono o meno contagiosi”.
Fonte: scienze.fanpage.it
questo virus rimane a vita e si attiva quando le difese immunitarie sono basse, come tanti altri tipi di virus che abbiamo nel ns organismo….attenti giovanotti o’ voi che pensate di essere invincibili e asintomatici che tra qualche anno vi trovate la sorpresina
Ancora non sappiamo i problemi a lungo termine di questo virus… non bisogna infettarsi!! tutti a seguire scrupolosamente le regole senza se e senza ma!!!!!!!