In pratica, come minimo 3 milioni e 300 mila persone che però non rimangono a casa ma escono regolarmente. La fonte che parla alla Stampa richiama all’ordine i trasgressori, appellandosi al loro senso di responsabilità, in particolare nei confronti delle persone care alle quale si potrebbe nuocere e ricordando che infrangere l’obbligo comporta anche sanzioni da tre a sei mesi, oltre al reato di procurata pandemia.
“A questo punto sarebbe meglio imporre direttamente la quarantena di 14 giorni ai contatti stretti asintomatici, saltando il tampone finale, che mette sotto stress i laboratori che lavorano già al limite delle possibilità e che è di scarsa utilità, perché anche in caso di positività le evidenze scientifiche mostrano che dopo due settimane il rischio di contagiosità è praticamente azzerato”, prosegue la fonte.