Eppure, con una tale situazione epidemiologica in atto, non è stata per nulla contemplata la possibilità che, in caso di un alto numero di contagiati, all’interno di una squadra si potesse procedere in altra maniera. Così facendo, non è stato fatto altro che mettere “l’un contro l’altro armato”, trascurando, tra l’altro, anche l’aspetto umano, perchè quando si elencano i contagi nelle squadre, sembra si dia per scontato che nel calcio siano tutti asintomatici e pronti a recuperare la forma in tempi record. I giocatori non sono robot, il Covid è reale e contagia anche nel mondo del pallone, nonostante test e tamponi frequenti effettuati dalle squadre. Preso atto di questo, le istituzioni calcistiche hanno stilato un regolamento che non prevede eccezioni particolari, ragion per cui, situazioni, come quella a cui sono andate incontro Salernitana e Reggiana, si ripeteranno, purtroppo spesso, se non si impone uno stop anche al campionato. E’ per questo che qualsiasi polemica, qualsiasi appello alla lealtà sportiva sono destinati a cadere nel vuoto, se le stesse istituzioni sportive restano indifferenti di fronte all’eccezionalità delle situazioni che si verificano nei campionati in piena pandemia.
Quanto accaduto per Salernitana – Reggiana deve far riflettere tutti, in maniera seria, sul futuro di questo campionato. La partita, mai disputata, intanto, rimane aperta. Sul fronte della giustizia sportiva si andrà comunque avanti, perché la Reggiana presenterà reclamo per opporsi alla sconfitta a tavolino, appellandosi, come già fatto nell’istanza presentata sabato pomeriggio via pec, alla causa di forza maggiore contemplata dall’art. 55 delle Noif. La Lega fa leva, invece, sul regolamento approvato lo scorso 13 ottobre dal Consiglio direttivo. Alla fine la Salernitana avrà i suoi tre punti a tavolino, ma la questione resterà ancora aperta.
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