“E’ un momento difficile anche per l’agricoltura salernitana – conferma il presidente di Coldiretti Salerno, Vito Busillo – le vendite, in particolare di prodotti freschi, dall’ortofrutta al lattiero caseario, hanno ridotto notevolmente le vendite nel canale horeca. Chi lavora con bar e ristoranti perde una fetta di mercato importante con le limitazioni in atto soprattutto le imprese agricole e quelle che trasformano prodotti freschi.
In alcuni settori, come quello ittico e vitivinicolo, la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato. A pesare sulla crisi anche la chiusura forzata delle mense scolastiche e le difficoltà con l’export”.
Le limitazioni economiche e il rimbalzo negativo delle vendite potrebbero farsi sentire, sulla media e lunga distanza, anche sui prodotti stagionati. In questa fase sono meno danneggiati i prodotti stagionati e i salumi che possono allungare la vita in magazzino per qualche mese ma un aumento degli stock comporta sempre una distorsione dei prezzi.
Discorso a parte merita il settore florovivaistico: “L’impatto economico, anche per la provincia di Salerno, dove operano decine di imprese florovivaistiche è pesantissimo – spiega Busillo – le aziende hanno dovuto mandare al macero il prodotto per via del blocco delle cerimonie e dei mercati. E’ necessario avviare subito le procedure per richiedere lo stato di calamità per il settore florovivaistico che a causa dell’emergenza Coronavirus registra danni pari al 100% della produzione con l’aggravio dei costi a carico delle aziende che devono garantire anche il corretto smaltimento”.
Problemi anche per gli agriturismi dove la chiusura della mobilità interprovinciale e il clima di incertezza stanno creando problemi sia per i pernottamenti del weekend che per i pranzi fuori porta.
“Coldiretti è impegnata sui tavoli nazionali per garantire tutela ai nostri agricoltori – conclude Busillo – serve un adeguato sostegno economico alle filiere più colpite e misure come la decontribuzione. Auspichiamo anche interventi per l’introduzione di nuovi strumenti finanziari di ripianamento a lunga scadenza delle passività accumulate, rapportate all’effettiva capacità produttiva e di rientro di ciascuna azienda”.