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Ass. Io Salerno: ‘Il buio delle luci’

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Avevamo paura del buio e non era sufficiente tenerci per mano. Così, nell’augurare la buona notte, la mamma lasciava socchiusa la porta della cucina mentre rassettava e preparava per l’indomani. Quella fioca striscia luminosa ci rincuorava e ci rassicurava. Era la nostra lucina della notte.

Tutti, o quasi, abbiamo superato in questo modo l’inquietudine indotta dalla ‘oscurità’ fino a quando, con l’età, non siamo riusciti a sconfiggerla arrivando finanche ad un uso ‘diffuso’ delle notti illuminate solo dalla Luna. La lucina di tutti.

E’ indubbio che una luce accesa dà coraggio, ovunque. Ed è indubbio che più luci, oltre a consentire vita e lavoro, fanno ‘allegria’, indicano i luoghi e, se ben posizionate, creano ambienti magici di grande impatto emotivo.

A questo punto, una cosa ci preme dire. Le ‘Luci d’Artista’ sono state una buona idea per dare vitalità alla Città contribuendo a diffondere un’’aria di festa’ grazie alla partecipazione ‘fin troppo gioiosa’ di frotte di persone. E chi, come noi, ha sempre atteso il Natale con animo sognante, non può non riconoscere che alcune scenografie hanno risvegliato le fantasie e le emozioni della gioventù.

Epperò, dopo la novità dei primi anni, la ‘luminaria’ è divenuta un rituale di chilometrici festoni, in parte sempre uguali, mentre l’‘invasione di visitatori a beneficio della Città’ non ha raggiunto i risultati annunciati e, anzi, l’ha resa luogo di diffusa ‘anarchia comportamentale’. Perché, di turisti veri ce ne sono stati ben pochi (50.000 nel 2018 – fonte: EPT) tra i 6/700.000 ‘viaggiatori’ da noi calcolati nel nostro commento del 04/12/19 (‘Le luci. Una doverosa risposta’ – cfr. pagina Fb). Certo, hanno comunque favorito le attività commerciali, soprattutto di ristorazione, come le pizzetterie e le friggitorie, ma non con i valori attesi.

I segnali di stanchezza, molto chiari negli ultimi due anni, avrebbero dovuto già indurre ad apportare modifiche per rinnovare l’attenzione, l’interesse e, in particolare, per motivare visite più lunghe di una serata.

In tal senso, qualche riflessione pure era stata avviata. E, anche noi avevamo avanzato la nostra proposta di rendere le installazioni ‘più espressive della nostra identità’ (‘Ti piace il Presepe?’ – cfr. pagine Fb). Poi, ci ha pensato il Covid a ‘sparigliare’.

Purtroppo, con la situazione attuale e con le prospettive sfavorevoli di queste ore, c’è da temere che passeremo le feste tra ‘congiunti stretti’ e che, pure con delle ‘aperture’, difficilmente potremo viaggiare a piacimento. Magari, non ne avremo neppure la voglia.

Quindi, è utile mettere i festoni? Il Comune ha detto di sì, ma in ‘tono minore’, tenuto conto che il ‘contributo alla spesa’ della Regione è di circa € 700.000 rispetto a € 2.250.000 dell’anno precedente. Così, nei giorni scorsi, sono state assunte le determine per la sicurezza, € 60.000, e per le prime installazioni luminose, € 127.618,56 (fonte: Comune). Alcuni Consiglieri, poi, hanno proposto di sostenere l’evento con la concessione di incentivi al pernottamento, pur con il rischio concreto che possa essere del tutto inutile.

C’è anche chi ha detto di no, chiedendo di destinare la somma stanziata alla riduzione di tributi comunali. In verità, ci appare difficile utilizzare diversamente un contributo specifico.

In punto, i principali albergatori della Città hanno diffuso il testo di una petizione per il differimento delle ‘Luci’ alla Pasqua del prossimo anno e per una più incisiva azione a sostegno del comparto turistico con nuovi eventi culturali e con il trasferimento del Museo dello Sbarco nell’edificio del Tribunale.

Al riguardo, precisato che sugli eventi culturali siamo, e saremo, sempre d’accordo, non possiamo astenerci dal formulare nostre modeste e subordinate osservazioni sulle due proposte residue. Cominciamo dalla seconda.

E’ notizia di questi giorni che nel Tribunale saranno trasferiti il Giudice di Pace e alcuni uffici di segreteria. Ora, se è vero che la proposta di metterci il Museo è stata avanzata, in passato, da un nostro esponente politico nazionale, è anche vero che una siffatta coabitazione appare poco realistica per una evidente incompatibilità e per l’assenza degli indispensabili spazi esterni per l’esposizione degli strumenti di guerra.

Altre strutture sono utilizzabili per il Museo (Caserma Carrano) e altri Uffici sono destinabili al Tribunale (TAR). Ne abbiamo parlato nella riflessione del 07/10 ultimo (‘Facciamo cambio?’ – cfr. pagina Fb).

Sul differimento dell’evento, poi, evidenziamo solo che Pasqua cadrà il prossimo 4/04, dopo l’introduzione dell’ora legale in data 28/03, e che la maggiore luce naturale non sarebbe favorevole ad un evento che trova nello ‘scuro’ un indispensabile alleato. Peraltro, l’atmosfera di Pasqua è del tutto diversa dalle emozioni e sensazioni indotte dal periodo di Fine Anno.

Quindi, cosa fare?

Noi riteniamo sia giusto dare un segnale di normalità e sia indubbia l’opportunità di un ‘contesto di festa in tono minore’. Perché, nella denegata ipotesi di una negativa evoluzione della emergenza sanitaria, strade troppo illuminate farebbero crescere ancor più la tristezza per il fallimento di una ‘festa che doveva esserci e non c’è’. E, forse, anche un poco di irritazione per l’inutilità della spesa.

Pensiamo, però, che le difficoltà del momento debbano anche indurre a una diversa organizzazione rispetto al passato e, cioè, che sia necessario coinvolgere tutti i quartieri con installazioni nelle piazze principali perché sia possibile ‘avere una luce’ non lontano da casa. Non si sa mai. In questo modo, se non dovessero esserci i visitatori, come è prevedibile, non mancherebbe la presenza dei cittadini a supporto delle attività commerciali e di servizio senza pericolose concentrazioni.

Epperò, noi proponiamo una cosa in più, peraltro già discussa in passato, perché temiamo che, per bene che ci possa andare, questo sconquasso ci imporrà ‘tanti debiti’ e ‘grandi sacrifici’ per ripristinare almeno gli equilibri sociali. Siamo sicuri che avremo le risorse per continuare a organizzare una manifestazione costata fino a 5milioni di euro?

Così, suggeriamo di ‘sfruttare’ questa nefasta crisi per trasformare l’evento in una ‘mostra della identità della Città attraverso le luci’ creando specifiche ‘vie della luce’ per guidare alla ri-scoperta della nostra storia, della nostra civiltà e delle nostre tradizioni, da molti colpevolmente ignorate.

Iniziamo dal poco, magari dagli Archi di via Arce, o dalla salita di MonteVergine, o dall’ingresso di qualche Chiesa, anche diruta, per dare vita ad un ‘evento nuovo’ che possa ‘illuminare le nostre specificità e l’umanità della gente’ così da rendere la Città una meta ‘per la cultura’ e non ‘per il puro sollazzo’.

Purtroppo, fino ad oggi, ‘Luci costose, inanimate e chilometriche’ hanno rischiarato strade vocianti, ma hanno lasciato al buio l’anima della nostra Comunità.

Certo, parlare di ‘Luci’, in un contesto che sta assumendo i caratteri di un dramma, può sembrare uno ‘sproposito’. Epperò, esse possono essere funzionali alla esigenza di contrastare criticità non secondarie rispetto al bisogno economico, la cui soluzione spetta ad altre Entità.

Ci riferiamo alla paura, all’inquietudine, al disorientamento, al senso di abbandono o di solitudine che serpeggiano nella Comunità e che rappresentano il ‘vero buio’ da sconfiggere, oggi. Come lo erano per noi, allora, quando ci pensava la mamma.

Per questa finalità, può veramente essere sufficiente una fioca striscia di luce prodotta da qualche lampadina colorata. Se alimentata dall’energia dell’amore per la Città.

Questa Città ha bisogno di amore.

e.mail: associazione.iosalerno@gmail.com

pagina fb: Associazione io Salerno

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