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Primo week end con i centri commerciali chiusi in Campania

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Primo weekend con in vigore l’ultimo Dpcm firmato dal Governo Conte e che prevede ulteriori restrizioni a causa della pandemia da coronavirus. La Campania è stato inserito nella zona gialla, almeno per ora perchè la situazione potrebbe mutare a breve.

La ‘red list’ incombe sulle regioni: Campania, Veneto e Toscana rischiano di abbandonare la zona gialla e l’Alto Adige in anticipo diventa già ‘zona rossa’. Il report dell’Istituto Superiore di Sanità è in arrivo nelle prossime ore, con il termometro dei dati che potrebbe allargare la stretta anti-contagio nel Paese.

Nel frattempo il primo fine settimana con i centri commerciali chiusi ha sollevato non poche polemiche e dubbi interpretativi. il nuovo dpcm prevede che i negozi presenti nei grandi magazzini siano chiusi nelle giornate festive e prefestive (eccetto farmacie e supermercati), ma ogni punto vendita fa caso a sé.

Cos’è un centro commerciale? E che differenza c’è, in chiave Covid, con una “grande superficie di vendita”? Non è facile rispondere perché non sono mancati gli escamotage burocratici, i codici ateco e le ragioni sociali per aggirare i paletti del Dpcm

Per le aree in zona gialla, infatti, il provvedimento firmato il 3 novembre scorso dal premier Giuseppe Conte, all’articolo 1, punto ff, recita: “Nelle giornate festive e prefestive sono chiusi gli esercizi commerciali presenti all’interno dei centri commerciali e dei mercati, a eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole”.

Emblematico il caso della Rinascente a Roma dove i lavoratori dei negozi che hanno preso in affitto gli spazi del prestigioso edificio nel cuore della Capitale, si sono sentiti spiegare dai loro datori di lavoro che “non sono un centro commerciale, è un codice Ateco differente”.

Sul sito www.codiceateco.it è così definita: “Attività dei grandi magazzini che offrono un’ampia gamma di prodotti, inclusi articoli di abbigliamento, mobili, elettrodomestici, ferramenta, cosmetici, gioielli, giocattoli, articoli sportivi eccetera; esercizio al dettaglio operante nel campo non alimentare, che dispone di una superficie di vendita superiore a 400 mq e di almeno cinque distinti reparti (oltre l’eventuale annesso reparto alimentare) ciascuno dei quali destinato alla vendita di articoli appartenenti a settori merceologici diversi ed in massima parte di largo consumo”.

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