Il suo sfogo (ripreso da Vesuviolive) inizia così: “Non scrivo questo post per dirvi ancora quanta paura si prova a stare in quei reparti, né per ripetervi quanto fanno male i dispositivi di protezione o ricevere compassione. Noi non siamo super eroi, se avessimo avuto i super poteri avremmo messo fine a tutta questa sofferenza da tempo.”
“Non abbiate compassione per noi che stiamo combattendo questa guerra da soli, in quelle quattro mura. Contro cosa? Un qualcosa che non riusciamo a sconfiggere. Voglio, però, che abbiate compassione per tutte quelle persone che si trovano in quei letti, con delle cavolo di mascherine in faccia, collegate a macchinari per riuscire a respirare.”
Contro chi definisce questo maledetto virus un semplice complotto, dice: “Chi non vede non crede. Vi farei guardare gli occhi, che mi spaccano il cuore in mille pezzi, di chi ha paura di non farcela. Gli occhi che piangono dietro quelle maschere. Vi farei guardare i volti sfregiati dalle maschere troppo strette , stringere quelle mani e farvi provare tutto quello che provo mentre sussurrano ‘aiutami ti prego’, ‘quanto mi rimane?’, ‘preferisco morire’”.
“Più di tutto vi farei provare l’impotenza. Perché ad un certo punto nessun tentativo vale più, non funziona più nulla e rimaniamo lì ad aspettare la fine, prendendocene cura fino all’ultimo battito e respiro. Vorrei provaste compassione per le famiglie che vorrebbero rivedere, anche solo per un secondo, il proprio caro. Potrebbe trovarsi vostro padre, vostra madre, vostro fratello, vostro nonno o un caro amico proprio lì al loro posto.”
Nonostante le numerose vittime e gli ospedali al collasso, c’è ancora qualcuno che nega l’esistenza del virus mettendo in atto comportamenti irresponsabili. La testimonianza di Martina, infermiera all’Ospedale San Leonardo di Castellammare, e come la sua quella di tanti altri, dovrebbe servire ad aprirci gli occhi e capire che: “Il Covid non aspetta, arriva e stravolge. Esiste davvero ed è subdolo.”