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Ass. ‘Io Salerno’: Il muro di via Posidonia

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“Voi siete piccoli. Se cade un cavallo, non dovete spaventarvi. Però, giratevi dall’altra parte”, ci disse l’addetto che regolava l’ingresso al Concorso Ippico.

Quell’anno, ci fu tanta gente in Piazza d’Armi, sulle gradinate in tubolari e legno montate con le spalle al mare e al sole. Sapevamo poco della Piazza perché, passando, si vedevano solo le targhe, la bandiera e la punta rossa dei tetti, sporgenti dall’alto muro che nascondeva ogni altra cosa.

E, poi: cos’era un Distretto Militare? Più tardi capimmo, e scoprimmo personalmente, cosa fosse e a cosa servisse. Qualcuno ci spiegò anche che quell’area, nella maggiore consistenza iniziale, fu sede del primo campo di calcio della Città e che su di esso, concesso in comodato dai Militari, iniziò l’avventura della neonata ‘Unione Sportiva Salernitana’, poi divenuta ‘Salernitanaudax’. Tutto questo, subito dopo il primo conflitto mondiale.

Dopo oltre sessanta anni da quel concorso, poco è cambiato nella Piazza, a parte le palazzine realizzate ‘secondo convenienza’, su un lato, e ad una mano di intonaco colorato sul muro di via Posidonia che, girando intorno al campo, attribuisce al tutto l’immagine di un ‘grande vuoto avulso dal contesto urbano’. Peraltro, è innegabile la presenza di una differente vitalità tra le strade circostanti, fino all’inaccettabile squallore di via Abamonte, di via Piazza d’Armi e delle traversine laterali.

Senza parlare, poi, del pericolo per la mobilità pedonale e veicolare rappresentato dalla sporgenza del muro su via Posidonia del quale anni fa, con grande supporto mediatico, fu annunciato l’arretramento in coincidenza con i lavori in corso per la riqualificazione del marciapiede, appena prima, appena dopo e negli slarghi vicini.

Fu un momento di grande entusiasmo nel rione, poi divenuto di grande delusione. E, quel muro sta ancora lì. Qualcuno lo ha definito ‘il muro della vergogna’ (fonte: salernonotizie).

Più di recente, questo problema è stato riproposto da uno sconfortato cittadino che ha sollecitato, quasi implorato, la realizzazione del progetto. Risultato? Nessuno, benché ci sia una effettiva urgenza. Ne siamo convinti anche noi, per quanto possa valere il nostro parere.

Però, noi siamo anche convinti che si possa, e si debba, fare qualcosa in più.

Noi pensiamo, cioè, sia venuto il tempo per procedere al ridisegno dell’intera area al fine di utilizzare le sue positive specificità a beneficio del quartiere e di tutta la Città.

Sono favorevoli, a questo riguardo, la centralità, l’ampiezza, l’affaccio sul mare, l’accessibilità e l’assenza di ostacoli strutturali che possano contrastarne una ‘riformulazione con finalità sociali’.

Premettiamo che ci è ben nota la indisponibilità della Piazza. In quanto sede della ‘Caserma Angelucci’, essa è di proprietà del ‘demanio militare’, non diversamente dagli immobili delle consorelle Caserme Carrano e Cascino, più in centro, e di molte altre strutture della parte storica.

Epperò, sappiamo anche che, ai sensi del D.Lgs. n. 85 del 28/05/10, è possibile trasferire agli Enti Locali beni del patrimonio statale con la sola esclusione di quelli in uso per comprovate ed effettive finalità istituzionali (art. 5, cc. 2 e 3). Ora, la ‘Caserma Angelucci’ è certamente operativa ma, a quanto risulta, sarebbe utilizzata esclusivamente per la conservazione di fascicoli amministrativi nei grandi capannoni presenti all’interno. Qualcuno, magari, anche in disuso o completamente abbandonato (fonte: LaCittà).

Così, noi riteniamo si possa concretamente avanzare la richiesta di passaggio dell’area al Comune ad eccezione, ovviamente, dei fabbricati residenziali e dei relativi spazi pertinenziali da sottoporre, comunque, ad opportuni interventi di adeguamento e rammaglio urbano.

Bene, sulla porzione acquisita, noi proponiamo di realizzare un ‘Bosco Urbano’ o, se volete, un ‘Central Park’, per offrire nuovi spazi di vita nel rispetto della qualità dell’ambiente e della salute.

In primo luogo, grazie ad un parcheggio sotterraneo, su più livelli, si potrebbero realizzare molte decine di posti auto e, grazie ad un corridoio sotto-strada dotato di adeguati servizi, raggiungere la vicina spiaggia.

In superficie, una alberatura perimetrale e a zone, con le specie più adatte a produrre ossigeno, offrire ombra e dare riparo agli uccelli, consentirebbe di disegnare percorsi pedonali forniti di piazzole, fontanine, panchine, spazi di socializzazione, campetti e chioschi a supporto di attività ricreative (bici. auto a pedali, pattini a rotelle).

Anzi, proprio in forza delle caratteristiche del luogo, della disponibilità di parcheggi, di aria e di sole, si potrebbe destinare un angolo di idonee dimensioni alla realizzazione di un ‘grande parco giochi’ nel quale i bimbi di tutta la Città potrebbero muoversi in libertà in assenza dei pericoli attribuibili al traffico e agli agenti inquinanti.

Sarebbe una soluzione eccellente, logisticamente più valida del prospettato intervento in Piazza Alario che, peraltro, distruggerà inevitabilmente l’identità, la vocazione, le qualità storiche e quelle ambientali che hanno giustificato la tutela del luogo, al massimo livello, da parte della Soprintendenza ABAP. A Piazza Alario si può ben dedicare un angolo ai bimbi del quartiere nell’ambito di opere di ricostruzione idonee a riportare i giardini allo splendore di un tempo.

Ma, a pensar bene, per Piazza d’Armi ci sarebbe una opportunità in più.

Alcune settimane fa, nel nostro commento ‘Facciamo cambio’ (cfr. pag. Fb), abbiamo proposto l’utilizzo della Caserma Carrano, a via San Benedetto, come sede del Museo dello Sbarco e di Salerno Capitale.

Ora, se quell’immobile non fosse acquisibile per la sua attuale funzione di rappresentanza, si potrebbe utilizzare per questo scopo, con eguale dignità, se non maggiore, una delle strutture presenti in Piazza d’Armi. Con la vicina villa Carrara, sede di attività culturali, l’affaccio sul mare, i parcheggi e l’offerta di servizi di qualità, si verrebbe a realizzare un polo turistico di grande potenzialità per rivitalizzare le attività economiche, per sollecitare nuovi insediamenti e anche per accrescere il valore immobiliare dei fabbricati circostanti.

La zona orientale ha bisogno, da tempo, di risorgere. Il ‘Bosco Urbano’, un ‘Centro Commerciale Naturale’, come da noi ipotizzato a via Madonna di Fatima con l’apertura verso il mare di via Trento (cfr. pag. Fb), una diversa organizzazione, già proposta, della mobilità urbana (cfr. pag. Fb), la delocalizzazione di attività attualmente in centro, opportuni interventi di rigenerazione urbana (cfr. pag. Fb) e la riqualificazione di ogni spazio pubblico, possono essere scelte davvero trainanti e idonee a dare nuova fiducia e nuove speranze.

La crisi ci lascerà storditi e richiederà una rinnovata progettualità per creare opportunità di lavoro e di reddito nonché per migliorare la qualità della vita in ogni quartiere.

Non ci vogliono miracoli. Per soddisfare i veri bisogni dei cittadini sono sufficienti progetti semplici, coerenti, compatibili, adatti alle nostre dimensioni, alle nostre disponibilità, alle nostre imprese, alle nostre risorse ambientali e alla identità del nostro territorio meridionale e mediterraneo.

Debbono essere opere pensate, mirate e misurate, non realizzazioni mastodontiche e costose che trasformano la Città in terra di conquista. E che, magari, servono solo a vantare presunte supremazie. A volte, solo a parole.

Tutto sarà possibile, se prevarrà l’amore per la Comunità.

Questa Città ha bisogno di amore.

e.mail: associazione.iosalerno@gmail.com

pagina fb: Associazione Io Salerno

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