Inoltre il vaccino in questione non ha provocato effetti collaterali gravi nei volontari. Lo comunicano le due aziende, illustrando i risultati del completamento della fase 3 dei test. Si tratta , osserva il New York Times, della prima serie di risultati completi di una sperimentazione in fase avanzata.
La concorrente americana
Questo nuovo dato colloca il vaccino messo a punto da Pfizer e BioNTech davanti a quello dell’azienda farmaceutica concorrente Moderna (Usa), la cui efficacia risulta per ora pari al 94,5% (dati intermedi). Alla luce della fine della sperimentazione, Pfizer e BioNTech hanno comunicato che depositeranno a giorni la richiesta di autorizzazione di emergenza alla Food and drug administration statunitense (emergency use authorization), premessa indispensabile per la distribuzione del vaccino.
La tecnica dell’Rna messaggero
Se tutto va come previsto, il vaccino potrebbe arrivare in quantità massicce a fine 2021, con 1,3 miliardi di flaconi. Cinquanta milioni di dosi sarebbero invece distribuite entro la fine di quest’anno e basterebbero per 25 milioni di persone: la schedula infatti è di due iniezioni, a distanza di alcune settimane una dall’altra.
Il vaccino sviluppato dal gigante farmaceutico Pfizer (Usa) e dall’azienda tedesca BioNTech (fondata da immigrati turchi) utilizza una tecnologia innovativa: contiene nanoparticelle lipidiche che circondano e proteggono una striscia di materiale genetico, l’Rna messaggero (mRna). Dopo che il siero è stato iniettato, la capsula adiposa trasporta il suo carico nelle cellule e l’Rna messaggero le istruisce a costruire la proteina spike, insegnando così al sistema immunitario a riconoscere e bloccare il coronavirus (che utilizza appunto la proteina spike per legarsi alle cellule umane). È lo stesso approccio utilizzato dell’azienda americana Moderna.
All’Italia 27 milioni di dosi
L’Europa si è assicurata dosi del vaccino Pfizer/BioNTech grazie a un contratto firmato il 10 novembre. «Quello sviluppato da BioNTech/Pfizer è il vaccino più promettente finora». L’accordo — annunciato da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea — consta di due parti: la prima per la fornitura di 200 milioni di dosi, a cui potrà essere aggiunta un’opzione per altri 100 milioni di flaconi, assegnati con criteri da stabilire.
La quota riservata all’Italia, per ora relativa alla prima tranche, è il 13,51% del totale, ovvero 27 milioni di dosi. La ripartizione avviene sulla base della popolazione di ciascuno Stato membro rispetto al totale degli abitanti della Ue.