Nello specifico nel corso di verifiche volte ad accertare il corretto utilizzo delle acque di vegetazioni provenienti dall’attività di molitura di un opificio in località Caprioli di Pisciotta, è stato riscontrato che la ditta effettuava mediante tubatura volante, non a norma e con perdite in più punti, l’attività di spandimento delle acque di vegetazione in maniera difforme rispetto a quanto dichiarato, determinando una modifica delle caratteristiche e della salubrità del terreno e creando rilevanti fenomeni di ruscellamenti e lagunaggio.
Il tutto è accaduto in area soggetta a speciale protezione e all’interno del Parco Nazionale del Cilento, degli Alburni e del Vallo di Diano.
Con tale provvedimento il Giudice, avallando gli esiti delle pregresse indagini svolte dal personale operante, ha ordinato il sequestro preventivo dell’intero frantoio, posto in un’area di circa 500 metri quadri con all’interno tre linee industriali a ciclo continuo, compresi macchinari ed attrezzature utilizzati per la produzione olearia adottando, per siffatta ragione, tutte le misure necessarie a scongiurare il protrarsi della condotta illecita assunta e consequenziale danno all’ambiente da parte del responsabile, un 34enne del posto.