Cosa fare se ci sono sintomi – In caso di una sintomatologia già evidente, è fondamentale il raggiungimento di una diagnosi definitiva nel minor tempo possibile. In questi casi è consigliato l’utilizzo del metodo diagnostico che fornisca un risultato attendibile nel minor tempo possibile. In particolare, in condizioni di elevata circolazione virale la performance del test antigenico rapido su tampone nasofaringeo è ritenuta accettabile
Cosa fare se il tampone è positivo o elevato sospetto – Fondamentali sono gli approfondimenti diagnostici nel paziente con infezione accertata o con elevato sospetto nonostante il tampone sia negativo
Quando effettuare ulteriori accertamenti – Approfondimenti sono necessari nel caso di elevato sospetto clinico e tampone antigenico rapido negativo con successiva esecuzione di tampone molecolare nasofaringeo; in caso di paziente con sintomatologia persistente (>5 giorni) o valutato ad elevata probabilità di progressione clinica; nel soggetto con sospetta polmonite in base alla valutazione clinica/telefonica o in caso di riscontro di dispnea soggettiva. Consigliata la valutazione quanto prima ove disponibile presso Hot spot Covid per esecuzione di ecografia torace
Come trattare i sintomi: uso del paracetamolo – In caso di sintomatologia evidente, utilizzare il paracetamolo nel trattamento della febbre (fino a 3g/die, divisi in 3 dosi, ad almeno 6 ore di distanza)
L’importanza dell’idratazione e dell’alimentazione – È importante bere molto per idratarsi per via orale se non controindicata. In caso di diarrea evitare trattamenti che riducano la motilità intestinale e supportare con idratazione orale. Ricordare l’importanza di una corretta alimentazione
Come trattare la tosse – Si possono utilizzare sedativi per la tosse al bisogno (se interferenza con il sonno). Tosse e dispnea potrebbero migliorare con l’auto-pronazione
Cosa non fare – Partendo dal presupposto che al momento nessun trattamento ha dimostrato un chiaro beneficio in pazienti la cui severità imponga l’ospedalizzazione, vi sono in ogni caso alcune terapie che sono controindicate poiché non hanno dimostrato nessun tipo di efficacia in nessun setting ed espongono il paziente a potenziali rischi ingiustificati se somministrate senza adeguato monitoraggio
Farmaci da evitare – Tra questi sono da citare l’antiretrovirale lopinavir/ritonavir (moderata, forte) l’antibiotico azitromicina (moderata, forte) e l’antimicrobico/immunomodulante idrossiclorochina 6–9 (moderata, forte). È in particolare fortemente sconsigliato l’utilizzo di azitromicina, fatti salvi quei casi in cui vi sia il fondato sospetto di contestuale infezione batterica
Altri consigli sulla profilassi antitrombotica – La profilassi antitrombotica deve invece essere evitata in tutti quei pazienti che abbiano un alto rischio di sanguinamento e/o di caduta a terra. Va inoltre assolutamente evitata in tutti quei pazienti che presentino storia di trombocitopenia indotta da eparina. Da evitare la somministrazione di eparina a dosaggio anticoagulante in assenza di sospetto clinico e/o radiologico di trombosi venosa profonda
Ma per favore non diciamo stupidaggini che alla fine la gente muore. La malattia va aggredita subito sin dai sintomi iniziali, i farmaci che avete citato sono solo dei coadiuvanti nella terapia principale, per carità cancellate subito l’articolo si va in galera!