«In meno di un mese – ricorda con dolore Gabriele Peperoni, vicepresidente nazionale del SUMAI) – abbiamo perso tre colleghi. La dimostrazione, qualora ve ne fosse ancora bisogno, che ci troviamo al cospetto di un nemico che non guarda in faccia a nessuno, che sta colpendo tutte le categorie mediche e sanitarie indistintamente e subdolamente.
Donne e uomini che nonostante il pericolo continuano a svolgere il proprio dovere, la propria professione, la propria missione». Gli specialisti ambulatoriali del SUMAI – dicono dal sindacato – onoreranno i propri caduti continuando a lavorare e operare negli ospedali, nell’università ma soprattutto nelle strutture territoriali e a domicilio dei pazienti laddove con malcelata superficialità non sempre si forniscono dispositivi di sicurezza e mezzi all’altezza dei rischi incombenti. «Alle famiglie dei colleghi caduti – conclude Peperoni – va la più profonda solidarietà e vicinanza di tutti gli specialisti, di tutti i medici».