Avvocato Gassani, lei è impegnato su mille fronti. Dove e come trova il tempo per scrivere?
A volte me lo chiedo anche io. Ho scritto tantissimo nella mia vita, tra libri e pubblicazioni. I precedenti saggi, che definirei più correttamente raccolte di piccoli romanzi, li ho scritti durante i ritagli di tempo dei fine settimana, durante i viaggi in treno o in estate. Parto da un vantaggio: scrivo in qualsiasi momento utile, con carta e penna, su montagne di fogli. Non ho bisogno di pc o wifi.
La mia allergia alla tecnologia e al computer in questo caso mi aiuta. Pensi che ho scritto frasi anche su pezzi di carta di fortuna o su tovaglioli usa e getta. Sono le mie povere segretarie che poi decifrano e dattiloscrivono le mie montagne di fogli, che conservo gelosamente per i miei figli a futura memoria. Vede, il tempo si trova sempre per tutto.
Ne sprechiamo tanto in cose inutili, come per stare sui social per ore o davanti alla tv. Dedicarsi o eccellere solo in settore è terribile. Bisogna coltivare varie passioni e hobby nella vita per sentirsi appagati. E’ solo una questione di volontà e organizzazione. Scriveva Francois de La Rochefocauld che “ le menti mediocri condannano abitualmente tutto ciò che è oltre la loro portata”.
L’ultimo libro “La Guerra dei Rossi” l’ho scritto durante la prima fase del covid 19 e l’ho terminato a fine agosto scorso. Questa ultima fatica, perché scrivere è fatica pura, è stata la mia salvezza perché ha tenuto occupata la mia mente in un momento allucinante per l’umanità in cui eravamo rinchiusi nelle nostre case. Raccontare e raccontarmi è sempre stato per me un fatto liberatorio.
Per la verità scrivo molti testi tecnici, codici, manuali per varie case editrici, ma i miei racconti sono quelli che amo di più perché si tratta di testimonianze di vita vissuta nella mia bottega di avvocato. Sono libri per tutti, scritti in modo graffiante e veloce, ma senza tecnicismi fastidiosi. Ecco perché hanno riscosso un successo enorme del tutto inaspettato. Molte scuole li hanno adottati e questo mi ha riempito il cuore di gioia.
Qual è il suo libro a cui è affezionato di più?
I libri per uno scrittore sono come i figli. Sono tutti uguali. Il primo, I perplessi Sposi, per me fu una emozione incredibile, con la prefazione di Paolo Guzzanti, che era stato un mio cliente. Avevo già scritto un altro libro dedicato a mio padre Dino, Dietro Un Uomo”, ma quello era stato qualcosa di intimo.
Diciamo che fino ad oggi quello che ha riscosso più successo, ma aspetto di vedere cosa sarà di quest’ultimo, è stato “C’eravamo Tanto Armati”, oggi anche in versione audiolibro con le magnifiche voci di grandi doppiatori del cinema italiano. Il libro è stato premiato dalla critica il 14 aprile 2018 nell’ambito del Premio letterario internazionale di Cattolica.
Una soddisfazione immensa per me. Non me la sarei mai aspettata tra migliaia di libri in concorso. Devo inoltre ringraziare la casa editrice Diarkos per aver creduto in me, avendo puntato quest’anno sulla riedizione dei miei ultimi due precedenti saggi. Un grande onore per me.
Cosa racconta nel suo nuovo libro?
Avevo deciso di non scrivere altre storie e dedicarmi solo ai testi tecnici. Poi l’esplosione della pandemia, ha risvegliato in me la voglia di continuare a raccontare le storie del mio confessionale o pronto soccorso giuridico come amo definire il mio studio legale. In questo ultimo periodo è stato più agevole trovare il tempo per scrivere. Ho raccontato storie accadute prima e durante il covid.
Stavolta però non ho parlato soltanto di crisi di coppia, ma anche di crisi tra genitori e figli. Penso che sia un libro davvero emozionante che racconta di storie drammatiche che ho incontrato nei miei studi di Milano e Roma. E poi ho narrato ciò che ho vissuto durante il primo lockdown alle prese con tante violenze intrafamiliari. Ho dovuto reiventare il mio modo di essere e fare l’avvocato in questo maledetto periodo.
Perché, voglio ribadirlo con forza e orgoglio, anche noi avvocati abbiamo fatto la nostra parte durante questa pandemia. Il mio telefono era bollente, e lo è ancora oggi, le chiamate di aiuto da parte di donne vittime di violenze domestiche erano e sono continue. La violenza in famiglia è aumentata a dismisura. I tribunali sono stati chiusi, ma noi avvocati abbiamo sempre lavorato. Mi sono visto costretto a incontrare le vittime davanti ai supermercati per non chiamarle a casa davanti ai loro carnefici. Lo racconto nel mio libro nei minimi particolari.
Poi nel libro parlo di storie di madri e padri che non sono mai stati papà e mamme, di figli rifiutati, di violenze psicologiche, di disamore di tanti genitori, di omofobia familiare. Un libro amaro con storie di madri coraggio contro la droga, di padri materni, di figli reietti che sono stati orfani di genitori vivi. Insomma quasi trecento pagine di fatica in cui sottolineo con orgoglio anche del formidabile ruolo sociale degli avvocati.
Avvocato Gassani, lei spesso racconta di violenza in famiglia. Se fosse lei il legislatore quali misure adotterebbe per contrastare questo fenomeno?
Come presidente nazionale di un colosso come l’AMI, ho dedicato tempo e risorse negli ultimi dieci anni per contrastare la violenza domestica in tutte le sue declinazioni. La violenza è trasversale, ma la violenza di genere ha radici culturali. Non basta inasprire le leggi o varare misure a costo zero che non servono a nessuno se non per fare propaganda politica durante le elezioni.
Bisogna cambiare la scuola, il linguaggio e abolire certi messaggi mediatici. Il maschilismo è ovunque. E’ questo il punto. La donna viene ancora vista come un “oggetto di proprietà” da molti pseudomaschi. Se non si cambia cultura la violenza di genere non sarà mai debellata. Ovviamente anche alcune donne sono violente, come ci ricordano le cronache, e lo sono anche i figli. Dunque la violenza non ha confini e va combattuta.
Come e dove presenterà il suo ultimo libro?
Mi inventerò mille modi per farlo. Spero di farlo in presenza, vorrebbe dire che il peggio della pandemia è alle spalle. Altrimenti ci sarà la rete a darmi una mano. Ho sempre girato l’Italia in lungo e largo per presentare i miei libri. Non mi sono mai risparmiato. Ci ho messo sempre il cuore come in tutto nella mia vita. Puoi scrivere anche un best seller, ma se non difendi il tuo libro, diventa fatica sprecata.
Si sente più saggista o narratore?
Soltanto I Perplessi Sposi può essere definito un saggio. Gli altri libri sono raccolte di mini romanzi. Sono un narratore. Fra un anno pubblicherò il mio primo romanzo. Sarà il vero banco di prova.
E’ vero che i suoi libri potrebbero diventare presto una fiction?
Verissimo. Marco Spagnoli e Tiziana Lupi, due sceneggiatori che non hanno bisogno di presentazioni, stanno lavorando da un anno al progetto di una prima serie di otto puntate da 52 minuti traendo spunto dalle tante storie dei miei libri. Il covid ha paralizzato questo grande progetto, ma io non mi arrendo mai. E’ solo una questione di tempo e la fiction diventerà realtà. Sarà bellissimo vedere in tv i protagonisti dei miei racconti.