Ass. ‘Io Salerno’: Date a Cesare quello che è di Cesare – e agli altri?

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“Sono padre e sono padrone, pure se ho torto, voglio avere ragione”. Niente da fare. Il nonno era proprio di altri tempi e, davanti a noi, ci teneva a difendere il suo ‘prestigio di nonno’ nei confronti di tutti. Del resto, era nato verso la fine di due secoli fa ed era cresciuto in contesti ben diversi dai nostri. Ma, a noi, e solo a noi, aggiungeva: “Però, faccio come dite, perché non state sbagliando”. Chissà, forse, non era proprio così. Forse, faceva prevalere il suo ’amore di nonno’.

Oggi, di quel detto, si sono perse le tracce. In effetti, con i tempi attuali. non sarebbe ascoltato con favore chi dovesse pronunciarlo per difendere il suo prestigio o la sua posizione di ‘supremazia’. Però, seppure non si sentano più le parole, non può negarsi che molti comportamenti ad esse, sembra, ancora si ispirino.

E, purtroppo, questo accade spesso nei rapporti tra cittadini ed amministratori pubblici.

Una premessa.

Noi siamo convinti che la condivisione delle scelte costituisca una componente essenziale e qualificante del cosiddetto ‘buon governo’ e che, per questo fine, sia necessario amministrare la ‘cosa pubblica’ assumendo decisioni oggettive dopo aver valutato, con il massimo livello di equilibrio, le contrapposte posizioni eventualmente presenti nella Comunità.

E, riteniamo, poi, sia quantomeno opportuno, se non doveroso, procedere alla rettifica di un provvedimento in presenza di un motivato dissenso, giacché non ci appare sia possibile risolvere i contrasti facendo prevalere il ‘prestigio della posizione’ rispetto al ‘prestigio della ragione’.

Quindi, se concordiamo sia buono e giusto decidere di dare a Cesare quello che è di Cesare, pensiamo sia un obbligo consentire contestualmente, a chi Cesare non è, di reclamare il suo. E, pure di averlo, a condizione ci siano i presupposti e il merito.

Ciò detto, passiamo al caso concreto.

Per il progetto del parco giochi in Piazza Alario, il Comune ha dichiarato di aver voluto soddisfare una specifica richiesta di alcuni cittadini del centro storico di avere a disposizione uno spazio per i bimbi.

Non entriamo nel merito, avendone già parlato (“Gli spiazzi, i piazzali e le piazze” – cfr. pag. Fb). E’ utile, però, ricordare che il progetto predisposto ‘occupa’ 1.405,90 mq., oltre il 65% della Piazza, prevede la copertura del terreno con gomma fusa e plastica riciclata, salvaguardando solo le piazzole degli alberi ‘salvaguardabili (?)’, e chiude i giochi dentro una cancellata dallo spigolo dei fabbricati fino alla fontana di ‘don Peppino Bellotti’. Questo è emerso dalla lettura del progetto. E, scusandoci per la presunzione, siamo certi di aver letto bene.

Non si tratta, quindi, di aggiungere un “piccolo parco giochi”, ma di modificare concretamente l’attuale contesto con un intervento di dimensioni esagerate, forse pensato per tutta la Città, vista la previsione di ben 21 attrezzature, nonostante le difficoltà di fruizione per l’assenza di parcheggi e il traffico veicolare.

Così, altri cittadini, prevalentemente con domicilio nella Piazza, pur ritenendo opportuna l’area giochi, hanno chiesto di rispettare l’identità, la vocazione e la storia di quel luogo, come tutelato da specifico decreto del Ministero per i Beni Ambientali confermato appena nel 2014.

Aggiungiamo che, dalle carte della gara di appalto, sono emerse talune ‘storture’ in grado di invalidarla, salvo errore. Chi avesse interesse, può approfondire sulle pagine Fb delle Associazioni ‘Giù le Mani da Piazza Alario’ e ‘Liberamente insieme – Ali’.

Al momento, nulla sembra aver scalfito la decisione dell’Ente che, nell’ultima comunicazione inoltrata agli opponenti in prosecuzione di una corrispondenza in corso anche con la Soprintendenza, ha rivendicato il diritto ad eseguire l’opera, ha difeso la regolarità dell’appalto, pur rettificando il dettaglio del quadro economico, ed ha invitato a segnalare al TAR o all’ANAC ogni presunta violazione (!). Cioè, a dire: chiamateci pure in Tribunale. Non ci sembra sia un buon esempio di disponibilità al dialogo.

In sostanza, il Comune difende la sua scelta volta a soddisfare la richiesta di ‘Cesare’ e mostra di non voler ascoltare chi ‘Cesare non è’. Ma, ci vien da chiedere: è veramente questa, la soluzione giusta?

Abbiamo già detto, nella nostra riflessione sopra citata, che Piazza Alario è storia, è natura, è vita, e che, con i suoi platani ultradecennali, è un formidabile produttore di ossigeno. Ancora, che storia equivale a memoria e che, in mancanza, non c’è la consapevolezza del fluire della cultura e della vita.

Francamente, non comprendiamo i motivi della ferma volontà di procedere al cambio dei suoi connotati e compromettere tutto il coerente ambito architettonico ottocentesco che meriterebbe di essere valorizzato, in sinergia con tutta la parte antica, ai fini di una rivitalizzazione in chiave turistica. Il quartiere evidenzia, oggi, la sofferenza di un profondo abbandono, anche sotto l’aspetto economico.

Per questo, noi pensiamo che un qualsiasi intervento sulla Piazza, atteso ormai da qualche decennio, debba essere parte di un più generale progetto di recupero dei luoghi, a partire dalla ripulitura delle facciate dei fabbricati e dalla sostituzione di inappropriati infissi di alluminio, di inferriate, di indecorose infrastrutture di servizio, per ripristinare il suo antico splendore. Del resto, ad agevolare i lavori, ci sono i contributi del Governo.

Una piazza di plastica e gomma, disunita e squilibrata, sarebbe una ‘stonatura’ inaccettabile rispetto al contributo ‘armonico’ di uno spazio attrezzato per il ‘godimento passivo’ da parte di adulti e anziani, con panchine, fiori e verde, e per la ‘fruizione attiva’ da parte dei più piccoli, per le prime esperienze sensoriali, dei bambini, per lo svago, e dei più grandicelli, per fare amicizia. In sostanza, un’area per tutti.

Il disegno che precede, frutto della progettualità di alcuni cittadini residenti, offre una immagine concreta di come sarebbe possibile soddisfare le diverse esigenze. In esso, la zona giochi, più che sufficiente per i bimbi del circondario, è costituita dall’ovale (in rosso) nella parte più protetta su via Sabatini.

Noi pensiamo ci siano luoghi più idonei dove progettare un parco a servizio di tutta la Città.

Nel commento della scorsa settimana (“Il muro di via Posidonia” – cfr. pag. Fb), abbiamo proposto di recuperare celermente la Piazza d’Armi per realizzare un ‘Bosco Urbano’ e, in esso, un ‘vero’ parco giochi, sufficiente per ampiezza, pieno di aria, luce e sole, vicino alla spiaggia, con parcheggi e con agevoli collegamenti pubblici. E, poi: non si doveva fare nella zona orientale?

Molto sinceramente, riteniamo sia priva di senso ‘una battaglia’ per Piazza Alario tra cittadini ‘Cesare’ e cittadini ‘non Cesare’ e che non sia di aiuto alla coesione della Comunità la divisione tra vincitori e vinti all’esito di un’azione legale che, comunque, sarebbe una sconfitta per tutti.

E, quindi, auspichiamo sia dato eguale ascolto a ‘Cesare’ e a chi ‘Cesare non è’ evitando di applicare, molto inopportunamente, il detto dei tempi del nonno. Che, comunque, faceva il ‘padre e padrone’ con gli altri, non con quelli a cui voleva bene.

Il territorio appartiene alla Comunità e merita di essere gestito con amore verso tutti.

Questa Città ha bisogno di amore.

e.mail: associazione.iosalerno@gmail.com

pagina fb: Associazione Io Salerno

1 Commento

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  • Lei Sig. Sindaco che è anche architetto e uomo di cultura, ci ripensi affinché in un tempo che sarà giudicato per questo danno, dia un altro incarico alla Sig architetto, tanto non deve comprarsi il pane, la famiglia a cui appartiene e ben nota a Salerno, anche come storia della sinistra Salernitana e storia del commercio di Salerno…… Ci ripensi Sig. SINDACO.

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