Ma cosa succerebbe in queste regioni con il passaggio dalla zona rossa a quella arancione? Con le attuali regole, nella zona rossa non si può uscire di casa se non per motivi di lavoro, salute, necessità, urgenza, istruzione, o per andare a fare una corsa o una passeggiata (in prossimità della propria abitazione), e serve sempre l’autocertificazione. Nella zona arancione invece il movimento all’interno del proprio comune è libero tra le ore 5 e le 22
Per quanto riguarda gli spostamenti, nella zona arancione resta vietato spostarsi dal proprio Comune, salvo per le esigenze elencate prima. Resterebbe anche vietato uscire o entrare dal territorio regionale, salvo che per spostamenti motivati da “comprovate esigenze”: motivi di lavoro, salute e urgenza
Anche con il passaggio in zona arancione, resterebbero chiusi i bar e i ristoranti, così come gelaterie e pasticcerie, tranne mense e catering. Rimarrebbero possibili asporto e consegna a domicilio. In zona arancione però potrebbero riaprire i negozi al dettaglio: in zona rossa è chiusa la gran parte degli esercizi commerciali, mentre in zona arancione possono stare aperti. Nei weekend e nelle giornate festive e prefestive resterebbero chiuse le medie e grandi strutture di vendita, a eccezione delle farmacie, punti vendita di generi alimentari, tabacchi ed edicole
Infine, nella zona arancione, le seconde e le terze medie potrebbero tornare a scuola in presenza con la mascherina obbligatoria. Le superiori resterebbero comunque con la didattica a distanza. Invece la capienza sui trasporti è uguale sia in zona rossa e che arancione: è al 50%
Se c’è chi potrebbe “migliorare” al ribasso il proprio colore, altre regioni sono invece a rischio di peggiorare i parametri e quindi fare il percorso inverso, cioè andare dall’arancione al rosso. La Basilicata, per esempio (arancione dallo scorso 11 novembre), ha fatto registrare il suo record di positivi mercoledì