Arriva dalla Fimmg, per voce di Vincenzo Schiavo, Luigi Sparano e Corrado Calamaro, l’appello alle istituzioni per definire i criteri di avvio delle vaccinazioni anti Covid.
“Un appello – sottolinea la Fimmg – che suona come un monito per non ripetere ciò che è stato fatto nel corso della prima ondata, con i medici di famiglia discriminati rispetto al resto del personale sanitario impegnato negli ospedali”.
“Non accetteremo che si giochi ancora con la nostra salute e la nostra vita – dice Sparano – nel corso del primo lockdown ci siamo trovati a dover elemosinare Dispositivi di protezione individuale e alla fine ce li siamo dovuti procurare da noi. Stavolta, con i vaccini, non potrà andare nello stesso modo.
Se necessario ci faremo sentire anche con estrema forza”. Il timore è che quando le prime dosi saranno disponibili non si guardi, nonostante l’invito del commissario Domenico Arcuri, a quanti sono in prima linea sul territorio, dice la Fimmg.
“I medici di famiglia – ricorda Corrado Calamaro – sono i più esposti al contagio, e non a caso sono la categoria che conta il maggior numero di vittime”. A conti fatti, leva la fummg, “la medicina generale è quella che più di tutte è a contatto con l’utenza”. E, come spiega Vincenzo Schiavo, ogni paziente è potenzialmente un asintomatico.
“Il rischio – conclude Schiavo – è di far circolare il virus negli studi medici, trasformandoci ancora una volta in veicoli di trasmissione del contagio. Per questo vaccinare per primi i medici di famiglia è un imperativo, l’unico modo di tenere in piedi la medicina del territorio e garantire le cure anche ai più fragili”.
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