L’opera, firmata dallo scultore Gyula Gulyas, fu collocata nei giardini pubblici del Lungomare Colombo poco distante dall’abitazione dove lo scrittore ungherese visse (tra 1968 al 1979) nel periodo dell’esilio forzato e volontario dalla madre patria. Sulla facciata dello stabile di via Trento è stata anche apposta una targa commemorativa a cura del Ministero della Cultura Ungherese.
Nel suo epistolario si contano numerosi riferimenti alla città del piccolo golfo, che egli stesso non esita a definire “casa”. Qualche anno dopo, esattamente a fine dicembre 2009 ignoti rubarono il busto in bronzo e da quel momento l’opera è stata dimenticata da tutti.
Un cittadino ha deciso di scrivere alla nostra redazione per riaccendere l’attenzione sull’opera ormai bistrattata chiedendo un intervento concreto da parte dell’Amministrazione ed in particolar modo dell’Assessore alla Cultura Antonia Willburger.
Ecco la lettera che ci è stata inviata:
«…Il piedistallo in marmo aveva al tempo dell’inaugurazione dei fiori alla base e sorreggeva una scultura in raffigurante il volto del scrittore. Col tempo, i fiori sono stati scomparsi e la scultura in metallo è stata trafugata, tra il generale disinteresse delle istituzioni. Allo stato attuale, il piedistallo è imbrattato con varie scritte (le prime delle quali sfortunatamente a sostegno di un politico) ed è spesso utilizzato come punto di raccolta per i sacchi dell’immondizia. Solo avvicinandosi è possibile notare la scritta incisa nel marmo che riproduce la firma dello scrittore e che ne spiega quindi la presenza e la funzione originaria…»
«Si tende spesso a definire Salerno, sia a livello politico che giornalistico, come “città europea”, riferendosi ovviamente non alla collocazione geografica, ma al rispetto di elevati standard qualitativi, civili e culturali. Penso che una così evidente manifestazione di degrado e disinteresse verso una personalità letteraria molto importante, peraltro in un’area che si affaccia sul mare e quindi di passeggio, dia un’immagine della città e del livello culturale dei suoi abitanti estremamente negativa»
L’APPELLO ALL’ASSESSORE WILLBURGER
« A mio parere però, il livello culturale di una città non si esplicita e migliora solamente tramite mostre e rappresentazioni teatrali, certamente meritevoli, ma anche salvaguardando e proteggendo i monumenti sul territorio e diffondendone quanto più possibile la storia».
«Riportare il piedistallo al suo stato originario, provvedendo all’installazione di una nuova scultura e di telecamere di videosorveglianza per evitare nuovi episodi di furto e vandalismo, costituirebbe un piccolo gesto che dimostrerebbe però l’attenzione concreta che l’amministrazione in generale ed il suo assessorato in particolare mostra verso i suoi simboli culturali e servirebbe anche a riqualificare un’area da ormai troppi anni sprovvista delle benché minime attività di manutenzione e vigilanza».
«Inoltre, questo tipo di iniziativa potrebbe anche contribuire a stringere dei rapporti di collaborazione con le istituzioni culturali ungheresi, dimostrando quindi nel concreto che l’ambizione di essere una “città europea” non è solamente uno slogan elettorale».