In questo contesto arriva, tuttavia, una buona notizia dall’Azienda ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona di Salerno in cui, nonostante le numerose problematiche, le scelte programmatiche operate dall’ospedale consentono all’ Oftalmologia
Pediatrica di continuare ad offrire un servizio di altissimo livello ponendosi ancora una volta quale forte punto di riferimento territoriale e non solo.
In questo periodo si sono, infatti, registrati interventi di alta complessità a bambini affetti, per esempio, da cataratta congenita, glaucoma congenito, osservazioni in sedazione per uveiti, sospetti glaucomi, patologie retiniche, traumi con corpi estranei intraoculari ritenuti, patologie queste che, se non operate da mani esperte e nei tempi giusti, portano
inevitabilmente alla cecità.
Tutto questo è stato possibile grazie a un fronte unito di professionisti: la direzione strategica del Ruggi, il Capo Dipartimento materno-infantile Dott. Ennio Clemente, il
primario della pediatria ospedaliera Dott. Rosario Pacifico, il primario della pediatria universitaria Prof. Pietro Vairo, la partecipazione della U O C di anestesiologia e rianimazione con il primario Dottor Renato Gammaldi e i suoi validissimi collaboratori
anestesisti pediatrici, dott.ri V. Caterino,I. Cione,S. Palmese, S. Perciato, A. Siglioccolo,D. Sofia.
La sfida attuale, in un panorama pandemico così complesso ed emergenziale, è anche quella di creare una nuova normalità e una nuova credibilità raccontando storie di successo che riescano a restituire dignità alla sanità campana.
E la storia che racconta oggi il Ruggi si inserisce in questa ambiziosa prospettiva con i suoi coraggiosi e attenti meccanismi di gestione e di realizzazione di progetti in
essere.
Questi bambini rischiavano altrimenti di essere investiti dallo tsunami covid perdendo l’opportunità di una vita normale, rischiando di dover rinunciare a una funzione vitale e prioritaria quale è la vista.
E ci mancherebbe altro?!
perchè mai medici, pagati con i nostri soldi dovrebbero ancora fermarsi con il proprio lavoro?