La cosa certa sono gli attacchi, e il giudizio che ha preso una piega totalmente diversa rispetto la scorsa primavera.
La figura rassicurante di padre della patria durante il primo lockdown che sfornava dirette Facebook seguite da commenti di massima devozione, ha lasciato spazio ad un’icona paternalista che finisce per raccogliere critiche spesso di cattivo gusto.
Il mondo dei social non risparmia nulla al Presidente del Consiglio e utilizza i mezzi più semplici per mostrare il proprio malcontento.
Non c’è genere, provenienza ed età tantomeno categoria ad identificarsi nel movimento del dissenso. Ci sono i treni Milano – Napoli e Roma – Lecce del 20 dicembre sold out, c’è Italia Viva che ne chiede le dimissioni in caso di mancata approvazione del Mes, e addirittura la stampa tedesca che definisce l’Italia come una polveriera che potrebbe far esplodere l’Eurozona.
L’impiego della scorta per motivi personali e l’eventuale cena del 31 ottobre non sono dati di fatto ma sembrano mostrarsi come il filo sottile che sposta l’attenzione dal giudizio sull’operato alla ricerca dell’errore. Qualcuno non perdona il mancato piano dei trasporti e la gestione scolastica, la destinazione dei fondi della manovra di bilancio e il ruolo sull’immigrazione.
L’operato del governo finisce per incappare in piccoli errori o supposizioni che portano il premier a diventare capo espiatorio. Dati tecnici e dati economici non sono però in questo momento favorevoli per il gradimento di Giuseppe Conte.
L’Italia è il terzo paese al mondo con tasso di fatalità per coronavirus, e 58.852 vittime sono tante per il vecchio stivale. A questi poi si vanno ad aggiungere un prodotto interno lordo al – 9,1% e un livello di disoccupazione al 9,6%.
Sara un Natale diverso senza i propri cari e anche con tanti punti interrogativi, ma soltanto il nuovo anno potrà offrire risposte agli italiani . L’emblematico slogan della prima fase della pandemia ‘Andrà tutto bene’ è destinato ad essere un semplice messaggio di positività che avrà riscontro solo nelle pagine dei libri di storia. Gli ultimi giorni del 2020 non saranno semplici per gli italiani che si affideranno all’unica arma di cui potranno disporre: la speranza.
Olindo Nuzzo