Stando a quanto ricostruito è stata picchiata da quattro persone, familiari di una ragazza ricoverata, che l’hanno presa a calci e pugni e hanno tentato di cavarle un occhio.
La donna è stata salvata dall’intervento dei colleghi, successivamente sul posto sono arrivati i carabinieri che hanno identificato due dei responsabili; per loro si prospetta la denuncia per percosse e lesioni.
L’aggressione è avvenuta intorno alle 2 del 5 dicembre. Il motivo sarebbe nel tempo di attesa per le cure di una ragazza, che era stata portata al Pronto Soccorso perché lamentava dei dolori al petto.
L’infermiera è stata aggredita dai genitori della ventenne e da altre due persone che erano con loro; si tratterebbe di altri familiari, ma su questo aspetto sono ancora in corso indagini. L’hanno presa a calci e pugni, non si sono fermati nemmeno quando la 55enne è caduta a terra, colpendola ripetutamente anche al volto e, come raccontato dai colleghi che sono intervenuti in sua difesa, hanno anche tentato di ferirla a un occhio.
Subito dopo l’aggressione i responsabili si sono dileguati, i carabinieri sono arrivati pochi minuti dopo. La vittima ha raccontato che qualche ora prima dell’aggressione c’era stata già una accesa discussione con i parenti della ragazza, che si erano lamentati ritenendo che i sanitari non stessero facendo abbastanza e che i tempi di attesa fossero troppo lunghi. Refertata nello stesso Pronto Soccorso, l’infermiera è stata giudicata guaribile nel giro di dieci giorni.
Direzione Strategica dell’Azienda Ospedaliera Antonio Cardarelli di Napoli in merito all’aggressione di questa notte
«Quanto avvenuto stanotte è di una gravità inaudita. Un episodio inqualificabile che non può e non deve restare impunito. Alla nostra infermiera e alla sua famiglia va la solidarietà dell’intera Azienda Ospedaliera.
Siamo pronti a costituirci Parte Civile e decisi a fare quanto in nostro potere per far sì che gli autori di questa violenza siano individuati e perseguiti. La sicurezza dei nostri operatori è da sempre una priorità assoluta, un obiettivo che perseguiamo tramite il servizio di vigilanza provata, ma anche di concerto con le forze dell’ordine».