Progetto Pilota a Minori in Costiera Amalfitana per mitigare il rischio idrogeologico

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Reale (sindaco): “La pandemia non ci ferma ed allora abbiamo messo in campo la più imponente programmazione di messa in sicurezza del territorio. Mapperemo ben 6.7 kmq di territorio su Minori e realizzeremo più azioni in contemporanea: studi geologici e geomorfologici per migliorare la qualità della vita, la sicurezza, tutelare il patrimonio ed il turismo”.

 

“Una Costiera Amalfitana che mitiga anche il rischio idrogeologico. A Minori, paesino gioiello parte in modo concreto il Programma di Collaborazione con l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale. Avremo più azioni in contemporanea: da una parte l’analisi dei fenomeni franosi con una corretta definizione degli scenari di rischio, dall’altra indagheremo su un’area di studio di ben 6,7 Kmq. Metteremo in campo tutte le attività necessarie anche alla gestione del rischio idrogeologico. Si tratta di un programma che viene attivato per la prima volta, ampio ed in grado di migliorare la tutela dell’economia locale basata sul turismo. Ha preso il via l’attuazione dell’Accordo di Collaborazione stipulato tra l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale e il Comune di Minori, teso a dare risposte al pressante problema del rischio idrogeologico. Siamo dinanzi ad un innovativo “Programma tecnico operativo” che prevedrà rilievi dei corsi d’acqua e delle opere idrauliche, una carta geomorfologica del territorio ed una carta geologica e idrogeologica del territorio. Puntiamo con fermezza ad una mappatura per una conseguenziale realizzazione della messa in sicurezza dell’intero territorio”. Lo ha annunciato Andrea Reale, sindaco di Minori ed esponente di rilievo della Conferenza dei Sindaci della Costiera Amalfitana.

E’ un’azione viva che non ha precedenti per la stessa Minori ed è soprattutto un’esperienza pilota che potrà essere sportata anche su altri territori.

 

Dunque il Covid non ferma la Costiera che sta invece lavorando su una questione davvero storica: rischio idrogeologico.

“Parte la più imponente programmazione mai realizzata per tutelare un sito che è Patrimonio Unesco – ha proseguito Reale –  caratterizzato dal rilevante patrimonio storico, culturale, architettonico, ambientale e paesaggistico. Attuiamo un innovativo percorso tecnico-scientifico e operativo finalizzato alla gestione del rischio idrogeologico ed alla tutela e valorizzazione del sistema ambientale, antropico e culturale, comprensivo altresì dei processi di partecipazione, informazione e concertazione, anche a supporto delle attività economiche. Mettiamo in campo: indagini, analisi e studi di dettaglio a carattere multidisciplinare (topografici, urbanistici, geologici, geomorfologici, geotecnici, idrologici, idraulici, ambientali), strettamente interconnessi tra loro, indispensabili alla migliore comprensione del sistema fisico/ambientale e propedeutici alle più adeguate misure (strutturali e non strutturali, materiai e immateriali) per la salvaguardia della vita umana e delle tante ricchezze ambientali, culturali e paesaggistiche. Al percorso di attività così definito si affiancheranno modalità di partecipazione pubblica aperte a tutti gli attori sociali coinvolti (istituzioni, cittadini, organismi associativi, etc.).

L’iter delineato consentirà altresì la predisposizione di un “percorso tecnico-scientifico operativo gestionale pilota” da estendere ad altri comuni ed aree della Costiera caratterizzati da analoghe criticità. L’obiettivo è dunque migliorare le condizioni di sicurezza, mettere in atto interventi di organica sistemazione, tutelare e valorizzare il sistema ambientale, antropico e culturale, rendere compatibili gli interventi previsti dalla pianificazione a scala locale, al fine di garantire un livello qualitativo di vita ai cittadini e la promozione di necessarie funzioni e servizi di tipo sociale o connesse al turismo, indispensabili per lo sviluppo sociale ed economico delle comunità locali, garantire la valorizzazione di un turismo basato sulla sostenibilità. Un grande sforzo economico profuso da Regione Campania con l’impiego di ben 500.000 euro e 150.000 euro dall’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale ”.

 

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