Il mondo intero sta pagando un prezzo altissimo in vite umane, 1 milione e mezzo di vittime ,numero quotidianamente in crescita e le conseguenze della pandemia sul mercato del lavoro sono preoccupanti.
I dati rilevati sulla disoccupazione nei vari Stati hanno un andamento altalenante e profondamente diversi gli uni dagli altri
In Spagna il Ministero dell’Occupazione ha registrato, nel secondo trimestre 2020 un tasso di disoccupazione salito al 15,33% .
In Germania, a settembre, la Federal Labour Office registra una percentualle del 6,3 sul tasso di disoccupazione destagionalizzato e quindi al di sotto del 6,4% precedentemente rilevato, con un calo di 8mila disoccupati
In Italia il tasso di disoccupazione è rimasto stabile al 9,8%, mentre tra i giovani è salito al 30,3%.
Questi i dati, ma ’aspetto più preoccupante , come sottolinea Eurostat e Istat , che non si cerca più il lavoro.
In Italia e nei Paesi dell’Unione sale la disoccupazione giovanile e di chi non cerca più un’occupazione. Il lavoro che non c’è e il lavoro che non si cerca , una strana combinazione tra pandemia e riduzione del lavoro che aumenta l’inattività dei potenziali lavoratori fra i 15 e 64 anni.
Il mantenimento dei livelli occupazionali a tempo indeterminato è dipeso dalle mancate assunzioni e dal blocco dei licenziamenti per decreto, mentre la crescita dei contratti a termine nei mesi di luglio, agosto e settembre è stata determinata dai lavoratori stagionali soprattutto nel turismo .
Ci auguriamo di sconfiggere presto questo maledetto virus e soprattutto di ritrovare la serenità e la sicurezza nelle nostre famiglie, ma cosa succederà dopo? Dopo la fine della Cassa Integrazione, dopo lo sblocco dei licenziamenti ?
E’ ora il momento di pensare anche al dopo. Senza scoraggiarci .Bisognerà rimboccarsi le maniche ed imboccare la strada per la crescita con una ripresa degli investimenti ed un taglio del cuneo fiscale per dare slancio ai consumi . Bisognerà creare le risorse per incentivi all’assunzione per contribuire a promuovere la creazione di nuovi posti di lavoro, sfruttando al meglio le risorse europee.
I Paesi dell’Unione Europea hanno finalmente trovato l’accordo che sblocca il Recovery Fund ed il Next Generation EU e dei 1.800 miliardi stanziati 209 sono destinati all’Italia . Il nostro Paese ha una grande ed unica opportunità di crescita e per una ponderosa ripresa che necessariamente dovrà partire dal mondo del lavoro .”