I provvedimenti sono stati eseguiti dalla Polizia stradale di Potenza, Napoli e Salerno. Le sette persone coinvolte nell’inchiesta avevano messo a punto un sistema per «reinserire nel circuito legale del commercio delle auto quelle in precedenza rubate, ripulendo la loro origine delittuosa».
Attraverso una denuncia, falsa, di smarrimento delle targhe e dei documenti di circolazione delle auto rubate (firmata, falsamente, dal proprietario derubato dell’auto stessa), ottenevano altre targhe e documenti di circolazione «che non risultavano censiti nell’archivio dei veicoli rubati».
Successivamente, la proprietà dei veicolo era intestata «a persone compiacenti o comunque facenti parte dell’organizzazione». Così era aperta la strada alla «ripulitura completa del veicolo oggetto di furto», che poteva anche essere messo in commercio in tutta Italia. Una delle due persone arrestate oggi era già finito in manette mentre tentava di immatricolare un’auto rubata, negli uffici della Motorizzazione di Potenza, «esibendo una falsa carta d’identità».