Non gli sono bastati dieci milioni di voti in meno per concedere la vittoria all’avversario. In questo modo ha violato non solo l’etichetta istituzionale, ma ha messo in discussione il modello di democrazia che gli Stati Uniti pretendono di esemplificare al mondo dal 1945.
Quando George W Bush vinse ai punti contro Al Gore, vice presidente uscente, nella Florida governata dal fratello Jeb Bush, Gore non la tirò per le lunghe ed accetto’ il risultato pur di non compromettere il modello americano.
Soltanto a gennaio si avrà il passaggio delle consegne alla Casa Bianca e sarà interessante sapere come la coppia uscente accoglierà la coppia entrante.
Circolano ancora le foto dei coniugi Bush e delle figlie che accolsero i coniugi Obama e le rispettive figlie mentre queste ultime giocavano lungo i corridoi della residenza presidenziale.
La presidenza Biden porta con se’ una attesa salvifica, probabilmente eccessiva rispetto alle effettive possibilità della nuova amministrazione, che sarà chiamata a porre rimedio agli errori dell’attuale e affrontare le sfide che verranno. La squadra presenta personaggi di garanzia e professionalità almeno riguardo agli affari internazionali, quelli di maggior interesse per l’Europa.
Il Segratario di Stato ha esperienza diplomatica, ha studiato in Francia, è un ebreo progressista che guarderà al mondo mediterraneo e mediorientale con occhi di riguardo. Certo, non potrà trascurare i dossier Russia e Cina, in termini di rivalità costruttiva.
John Kerry, già Segretario di Stato nel secondo mandato di Obama, sarà inviato speciale per il clima. Il suo primo compito sarà di rientrare negli accordi di Parigi, in sintonia con la telefonata del presidente eletto con Papa Francesco, che ha posto la sostenibilità ambientale a pilastro della sua teoria economica. Non è solo l’incontro fra il cattolico irlandese e il cattolico argentino, è la sintonia fra due modi di pensare l’universo.
L’ Unione europea può rientrare nel gioco. Il Green Deal della Commissione von der Leyen persegue la stessa linea, che dovrebbe portare l’Europa alla neutralità ambientale nel 2050.
Non tutta l’eredità Trump verrà accantonata. Il nuovo presidente si dichiara favorevole a proseguire la strategia degli accordi di Abramo. Dopo Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Sudan, ora è il turno del Marocco a normalizzare i rapporti con Israele. Il processo parte da lontano, dal precedente sovrano Hasan II, che ricevette Peres a Rabat e consenti l’apertura di uffici di interesse economico, a preludio delle sedi diplomatiche vere e proprie.
In cambio, il Marocco ottiene dagli Stati Uniti la soddisfazione circa le proprie pretese sul Sahara ex spagnolo.
Manca il gioiello della corona : l’Arabia Saudita. Il Principe ereditario deve superare le riserve del Re suo padre. Attende l’insediamento di Biden per dare il via libera all’accordo di Abramo, in cambio otterrebbe la benevolenza americana circa alcune questioni in sospeso, tra cui l’affare Khashoggi.
Con l’aiuto dei vaccini e il cambio della guardia a Washington qualche spiraglio si intravede per il 2021 dopo questo anno orribile sotto tutti gli aspetti.
di Cosimo Risi
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