Mario Ferrara è un giovane di Salerno, che frequenta l’ultimo anno del Liceo scientifico “Da Vinci”. Ha da poco compiuto diciott’anni e che ai festeggiamenti in grande, sognati e programmati nei minimi particolari, ha dovuto rinunciare per via delle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria. La stessa contingenza che gli ha offerto il tempo e la concentrazione ideali, nel chiuso della sua camera, per concretizzare il primo step del suo progetto creativo: la realizzazione di un brano musicale autoprodotto. Con la sua inseparabile chitarra ha dato vita a Ninfa, singolo pubblicato su Spotify e Youtube (VIDEO IN BASSO) sotto il nome d’arte di Zaffiro, potendo esprimere il suo talento.
Quella di Mario Ferrara è una voce giovane, penetrante, a tratti graffiante, di richiamo sanremese. Il testo è impegnato, semanticamente denso, capace di sperimentare la forza espressiva di un linguaggio allusivo che trasferisce il tema complesso della vita legata all’amore dalla prospettiva di un giovane sensibile e al tempo stesso riflessivo, che individua la Ninfa come immagine composita di donna ideale. La stessa ritratta nel disegno di copertina del singolo, realizzata dal fumettista salernitano Gerardo Gambone, coetaneo e amico dell’autore.
Mario appartiene a quella generazione di adolescenti che spesso viene accusata ingenerosamente di non avere né ideali né passioni e viene dipinta come superficiale, ottusamente gaudente e discotecara, sorda a ogni stimolo che non sia quello di un videogioco. Stereotipi ed etichette che ragazzi come Mario contribuiscono, nel loro piccolo, se non a estirpare, almeno a combattere.
Di interessi Mario ne ha diversi (la filosofia, la storia, l’arte, la lettura e il cinema), ma quella per la musica è una passione totalizzante con cui convive da sempre e che lo ha portato a studiare chitarra classica a sei anni, ad avvicinarsi poi alla chitarra elettrica e a sentire, urgente e prepotente, la necessità di esprimersi attraverso la composizione di testi. Poter pubblicare il suo primo lavoro creativo sulle piattaforme dalle quali ascolta abitualmente i suoi artisti preferiti costituisce per un ragazzo della sua età una piccola grande soddisfazione, che lo gratifica per l’impegno profuso, incentivandolo altresì a continuare sulla via della ricerca e dello studio.
La musica come ponte: ponte levatoio che si alza quando si vuole rimanere da soli con se stessi e isolarsi, ma che, una volta abbassato, ci collega col mondo.
Per Mario – di cui sentiremo sicuramente parlare bene – scrivere canzoni rappresenta un veicolo di comunicazione privilegiata con l’altro, per mettersi a nudo con una sensibilità delicata e allo stesso tempo con l’irruenza e l’impulsività che accompagnano naturalmente l’adolescenza nel cammino faticoso e spesso doloroso che porta alla crescita personale. Scavo interiore necessario per costruire i suoi testi (per l’inizio del 2021 è programmata l’uscita del suo secondo lavoro) semanticamente densi, che mirano a sperimentare la forza espressiva del linguaggio.
L’esigenza e la volontà di aprirsi, di calare quel ponte levatoio, meritano un incoraggiamento proprio in questo periodo di grosse difficoltà per tutti, specie per i più giovani.
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