Perquisizioni anche in provincia di Salerno. Identificate 432 persone che, sfruttando le potenzialità delle diffusissime applicazioni WhatsApp e Telegram, partecipavano a “canali” e “gruppi” nei quali si condividevano foto e video pedopornografici, vere e proprie violenze sessuali su minori. Gli abusi, in particolare, riguardavano prevalentemente bambine e bambini in tenera età e, in alcuni casi, anche neonati.
La polizia postale ha infiltrato alcuni agenti per fare luce sul traffico di immagini, portando all’identificazione di oltre 150 gruppi pedofili. Oltre 300 uomini della polizia postale dalle prime ore dell’alba stanno eseguendo perquisizioni e arresti in flagranza in 53 province e 18 regioni italiane.
Nel territorio Campano sono state eseguite 7 perquisizioni, di cui 4 nella provincia di Napoli, 2 in quella di Caserta e 1 nella provincia di Salerno.
Sequestrati numerosi dispositivi in uso agli indagati, a seguito degli accertamenti informatici, sono stati rinvenuti gli accaunt utilizzati per lo scambio di materiale pedopornografico.
Uno degli indagati, un 25 enne napoletano è stato tratto in arresto perché trovato in possesso di un ingente quantitativo di foto e video a carattere pedopornografico che ritraevano violenze e abusi su minori in tenera età.
Tra gli indagati figurano persone di estrazione sociale ed età molto eterogenee, quali affermati professionisti, operai, studenti, pensionati, impiegati privati e pubblici, tra i quali un ottico con collaborazioni universitarie napoletano di 71 anni e un disoccupato veneziano di anni 20
Con riferimento, infine, al fattore geografico: le regioni maggiormente interessate risultano essere la Lombardia e la Campania. In tali territori, infatti, risiede il 35 % degli indagati.