Il coordinamento medici della Uil Fpl, nel sostenere quanto espresso nell’appello della segreteria provinciale in merito alla mobilitazione dei lavoratori della sanità, fa in particolare appello al dottore Mario Iervolino, direttore generale dell’Asl Salerno, da poco rientrato nella sua sede operativa, sulla necessità di recuperare il tempo perduto nella sua assenza attraverso una ripresa di quel confronto sindacale ampiamente operativo nella prima fase della pandemia.
“Resta indispensabile e strategico in questa fase l’integrazione tra ospedale e territorio e tra Asl ed Azienda “Ruggi” di Salerno per costruire un percorso assistenziale al paziente Covid che parta dalla presa in carico della Medicina Territoriale con le Usca – Unita speciali di continuità assistenziale – per il paziente Covid non critico e dal 118 e dalla rete dell’emergenza ospedaliera per il paziente Covid critico fino a delineare i percorsi delle reti assistenziali interaziendali – come oncologica, infarto, ictus, materno-infantile e chirurgia – in cui distinguere per ospedali e territori le aree Covid e non”, hanno detto i coordinatori Pasquale Vastola e Lello Albano.
Il tavolo di crisi interaziendale proposto dalla Uil Fpl nella nota del 16 dicembre scorso può essere lo strumento affinché le direttive regionali e le linee guida dei processi riorganizzativi dell’assistenza ospedaliera e territoriale emanate dai direttori generali della provincia di Salerno possano produrre processi riorganizzativi efficaci dei vari presidi ospedalieri e territoriali, in particolare all’Azienda “Ruggi” di Salerno, in ragione del fatto che fin qui le articolazioni territoriali hanno evidenziato un quadro dirigente del tutto inadeguato nella traduzione delle direttive in percorsi assistenziali ed in procedure operative, realizzando una fase assistenziale di estrema confusione, con direttive spesso improvvisate e contraddittorie sugli spazi da attivare per i percorsi dedicati ai pazienti Covid, sulle risorse umane e strumentali da utilizzare in queste aree, sulla modifica dell’organizzazione del lavoro, sul diverso utilizzo delle figure professionali.
“Si ribadisce che è necessario un cambio di passo rapido ed efficace. La partecipazione attiva delle organizzazioni sindacali all’unità di crisi consentirebbe ai Direttori Generali di avvalersi dell’esperienza dei lavoratori che direttamente e quotidianamente si trovano nelle corsie degli ospedali, sulle ambulanze del 118, nella medicina territoriale, contributo peculiare ed essenziale perché parte da chi vive ogni giorno le criticità del sistema al fine di meglio tradurre le direttive centrali in adeguati protocolli operativi periferici”, hanno concluso Albano e Vastola.