I tempi di pagamento della P.A. restano però sempre sotto la media delle imprese italiane: solo il 29,8% nella pubblica amministrazione rispetta la scadenza fissata (a fronte del 35,2% delle imprese), mentre i ritardi gravi (oltre 30 giorni) sono al 18,9% contro il 12,7% delle imprese.
Il Nord Ovest è l’area geografica più affidabile, con il 34,5% di pagamenti puntuali, mentre il Sud e le Isole sono le zone più in difficoltà, con il 31,8% di ritardi gravi a fronte del 23,1% del Centro, del 12,2% del Nord Ovest e del 9% del Nord Est. “Nel Sud e nelle Isole – osserva Marco Preti, amministratore delegato di CRIBIS – la pubblica amministrazione però è più puntuale delle imprese: solo il 22,6% di queste ultime, infatti, paga i propri fornitori alla scadenza, contro il 27,9% delle aziende pubbliche”.
Il record negativo dei ritardi oltre 30 giorni spetta alla Calabria con il 52,6%, seguita da Sicilia (32,5%), Campania (32,2%), Molise (30,9%) e Lazio (30,7%). Le regioni con meno ritardi gravi sono invece Valle d’Aosta (5,1%), Trentino-Alto Adige (6,2%) e Friuli-Venezia Giulia (7,7%).
Nel settore ASL e sanità, lo studio di CRIBIS evidenzia negli ultimi due anni un calo progressivo dei ritardi gravi che, dal 41,6% del 2018, sono passati al 25,5% di fine settembre. Di contro, sono aumentati i ritardi fino a 30 giorni: erano il 57,9% nel 2018, sono saliti al 62,2% nel 2019 e a settembre hanno raggiunto il 74%. Nella sanità sono però quasi inesistenti i pagamenti puntuali, che oscillano dallo 0,5% del 2018 all’1% dell’anno scorso, per tornare allo 0,5% nell’ultimo trimestre del 2020.
Per quanto riguarda gli Enti Territoriali, CRIBIS rileva un miglioramento sia nei pagamenti alla scadenza (21,3%, vs il 19,1% del 2019 e il 16,5% del 2018), sia in quelli oltre 30 giorni che sono oggi il 23,7%, a fronte del 24,1% dello scorso dicembre.