“Se non ci fossero state tante evidenze che indicano chiaramente un rischio di ripresa dell’epidemia non ci sarebbe stata la necessità di insistere con queste restrizioni in un periodo tradizionalmente caro a tutti come il Natale”, ha spiegato Brusaferro. Se il quadro generale non fosse stato così negativo non ci si sarebbe spinti a guastare le festività degli italiani.
“L’indice puntuale di trasmissione dei contagi, l’Rt, è cresciuto in una settimana da 0,77 a 0,87. Un segnale di rialzo indiscutibile, che non possiamo permetterci di sottovalutare. Poi ci sono i tassi di occupazione degli ospedali, superiori alla soglia anche se di poco: 33% delle terapie intensive, dove il valore di riferimento è 30%, 42% dell’area medica (40%).
E i contagi anche negli ultimi giorni si sono mantenuti tra 15 e 20mila”. Il timore è che si ripeta quello che è accaduto dopo l’estate. “Noi sappiamo che il virus può essere fermato solo in un modo, limitando i contatti senza distanziamento fra individui.
Altrimenti lo favoriamo”, ha detto ancora Brusaferro che sull’obiettivo del lockdown natalizio, ha aggiunto: “per ammorbidire le misure di mitigazione e riuscire a contenere l’epidemia, attuando la strategia del tracciamento dei casi, bisognerebbe scendere sotto i 5-6 mila al giorno.
Sarebbe il risultato ottimale, auspicato. Fare in modo che il 7 gennaio si possa ripartire con maggiore sicurezza, per rientrare possibilmente in una fase di contenimento”.
“Le scuole riapriranno il 7 gennaio? “Restano al primo posto. In questi mesi sono rimaste aperte in larga misura. I monitoraggi stanno evidenziando che al loro interno, quando sono bene organizzate, i rischi non sono superiori agli altri contesti. Scuola vuole dire però anche i momenti precedenti e successivi all’ingresso negli edifici e all’uscita, dove il pericolo di contagio deve essere contrastato.
Sono stati creati tavoli di lavoro con prefetti e autorità locali per attuare la differenziazione degli orari dei mezzi di trasporto. Terza ondata? È improprio parlarne visto che siamo ancora nel pieno della seconda”.
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