«Il virus viaggia più velocemente delle persone. In Italia si sono attivati tutti i laboratori di riferimento per monitorare la situazione. Certamente, il monitoraggio è molto importante ma le mutazioni sono all’ordine del giorno di questa tipologia di virus, è un’esigenza naturale che il virus ha di mutare per continuare a circolare: questo è coerente con un apparente maggiore contagiosità. Non è detto che questo coincida con una maggiore aggressività. Nella storia delle epidemie si è osservato che alcune mutazioni che hanno aumentato la contagiosità di virus hanno corrisposto a una minore virulenza». Lo dice a Open Patrizia Laurenti, docente presso l’Università Cattolica e direttrice del Servizio di Igiene ospedaliera
La Laurenti aggiunge: «Per ora non sembra avere un impatto né sulle caratteristiche epidemiologiche, né sull’efficacia del vaccino. Maggior circolazione non vuol dire maggiore aggressività clinica. Voglio ricordare che il Coronavirus appartiene alla famiglia dei coronavirus, tra cui c’è il virus del “raffreddore”, che nella storia ha subito questo tipo di variazione, diventando più contagioso ma meno aggressivo rispetto alle origini».