La ministra non risponde direttamente, ma invita alla responsabilità e parla di controlli che verranno effettuati dalle forze di polizia “con professionalità e equilibrio, ma verranno comunque sanzionati con la massima severità coloro che adottano comportamenti disinvolti mettendo a rischio la salute degli altri”. Non un vero e proprio chiarimento, dunque.
Sul tema si era soffermato, presentando in conferenza stampa il decreto, anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Anche in quel caso, però, la risposta era stata abbastanza confusa. “Un sistema liberal-democratico non manda la polizia in casa a controllare cosa stanno facendo nella abitazioni”, aveva detto con decisione. Ma, perché c’è un ma, questo solamente “a meno che non ci sia una flagranza di reato, cioè il sospetto che si stia compiendo un reato”.
In quel caso ci sono “gli elementi per intervenire”. Conte ha assicurato che “non entriamo nelle case degli italiani”, anche perché il divieto “è stato concepito come limite alla circolazione delle persone”. In sostanza, i controlli si concentreranno soprattutto sul divieto di spostamento, più che su quello di ospitare già di due persone non conviventi.
Divieto di visita nelle abitazioni, cosa prevede il decreto
Il decreto legge prevede che nei giorni festivi e prefestivi (quindi anche il 24 e 25 dicembre), è consentito “lo spostamento verso una sola abitazione privata, una sola volta al giorno”, e sempre tra le 5 e le 22. Per questi spostamenti però c’è anche il limite “di due persone ulteriori rispetto a quelle già conviventi, oltre ai minori di 14 anni”, le persone disabili o quelle non autosufficienti.
Nelle Faq pubblicate dal governo si ribadisce che si potrà “fare visita a parenti o amici nel limite massimo di due persone”. Il riferimento a ciò che non si può fare all’interno delle case è però chiaro: non si possono ospitare più di due persone non conviventi all’interno della propria abitazione privata. Ma come verranno effettuati i controlli nelle singole case?
I controlli nelle abitazioni private da parte delle forze dell’ordine non sono effettivamente sempre vietati per legge, ma devono essere giustificati. Non sembrano esserci dubbi sul fatto che gli agenti possano intervenire in caso di segnalazione, per esempio da parte dei vicini, di un possibile reato all’interno di un’abitazione. Così in alcune città sono stati predisposti piani appositi proprio per l’intervento nelle abitazioni private.
A Roma, per esempio, le forze dell’ordine potranno bussare alle case private, come deciso durante la riunione del comitato per l’ordine e la sicurezza. Interventi, però, solo su chiamata: nessun controllo a campione nella Capitale. La polizia locale si è già detta pronta a intervenire in caso di segnalazioni: “Non suoneranno il campanello a casaccio, ma se arriveranno segnalazioni di feste irregolari e di notizie di reato gli agenti della Municipale sono pronti a intervenire nelle case. Anche a Natale e Capodanno”, aveva detto Paolo Ferrara, delegato alla polizia locale della Città metropolitana di Roma.
Inoltre gli agenti potranno, di loro iniziativa, intervenire nel caso in cui vedano qualcosa di sospetto: per esempio un afflusso particolarmente elevato di persone. Linea simile sembra seguire, per esempio, anche Venezia, dove una squadra è stata incaricata di vigilare sulle abitazioni private: se arriveranno segnalazioni di feste private, spiega il Gazzettino, gli agenti interverranno, suonando al campanello ed effettuando i controlli del caso.
Controlli nelle case: cosa dice la legge e cosa può fare la polizia
Conte ha spiegato che gli agenti interverranno solamente in caso di segnalazioni di flagranza di reato. Cosa intende? Qui il chiarimento è fondamentale: la flagranza di reato si ha solo nel caso in cui – come dice la parola stessa – c’è il sospetto di un reato. E il mancato rispetto del divieto sugli assembramenti o delle regole relative alle visite nelle abitazioni non costituisce reato, ma comporta solo sanzioni amministrative.
Non basta un illecito amministrativo, quindi, per giustificare il controllo in casa. C’è però da dire che in alcuni casi il mancato rispetto di queste regole può costituire reato. Quando? Per esempio quando si presenta un’autocertificazione falsa: in quel caso la polizia, per verificare se ci si trovi di fronte al reato di falsa dichiarazione, può effettuare ulteriori verifiche. Anche all’interno delle abitazioni.
Ci si trova di fronte a un reato e, conseguentemente, alla possibilità di effettuare controlli anche nelle abitazioni per verificare l’eventuale flagranza di reato, quando una persona viola la quarantena o l’isolamento fiduciario. In questo caso la polizia potrebbe entrare nelle abitazioni se deve verificare che una persona si trova in un appartamento diverso da quello in cui dovrebbe essere in quarantena.
La polizia, comunque, non effettuerà controlli nelle case senza che si verifichi il rischio di flagranza di reato, come spiegato a La7 anche da Girolamo Laquaniti, dell’Associazione nazionale funzionali polizia: “L’articolo 14 della Costituzione impedirà che le forze dell’ordine facciano dei controlli per verificare se rispettate raccomandazione. Lo stesso Conte ha detto che le forze dell’ordine possono intervenire solo in flagranza di reato. Cioè la polizia interviene solo laddove ci siano schiamazzi o comportamenti tali da recare disturbo alla quiete, in quel caso è illecito penale, ma si interviene come si è sempre intervenuto”. Quindi, anche a Natale interventi in casa sì, ma solo nel caso in cui ci sia il concreto sospetto che si stia verificando un reato all’interno di un’abitazione privata.
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