Dormire contro il coronavirus: il ruolo della melatonina
Il ricercatore ha messo insieme i dati di migliaia di pazienti e dai risultati è emerso che le persone che assumevano melatonina avevano probabilità molto inferiori di sviluppare il Covid-19. Meglio conosciuta come l’ormone del sonno, la melatonina regola i ritmi circadiani: ogni notte è lei a indurre il sonno.
Il sonno, inoltre, offre anche un altro beneficio perché regola il sistema immunitario e impedisce le reazioni auto-protettive “esagerate” dell’organismo. Nella malattia da Covid-19, come noto, uno dei pericoli principali è proprio una reazione iperallergica chiamata tempesta di citochine.
L’insonnia da coronavirus: l’effetto a lungo termine
Se da una parte si studia come il sonno possa prevenire il coronavirus, con otto studi clinici in corso in tutto il mondo, dall’altra c’è il fatto che il coronavirus può causare insonnia. A raccontarlo è il dipartimento di neurologia della Johns Hopkins University, che è stato martellato dalle richieste di aiuto delle persone che denunciavano problemi di insonnia.
Rachel Salas, tra i neurologi del team, ha spiegato che l’insonnia fa parte dei classici sintomi da Long Covid, tra i quali c’è la nebbia mentale.
“Nelle prime fasi di Covid-19, ti senti estremamente stanco”, ha dichiarato Michelle Miller, professore di medicina del sonno presso l’Università di Warwick nel Regno Unito. Come se la battaglia si giocasse sul terreno del sonno con il corpo che dice di “dormire di più” in difesa contro il virus che, al contrario, spinge a dormire di meno.
In conclusione, secondo lo studio di The Atlantic, nelle linee guida contro la pandemia si dovrebbe dire alle persone non solo di indossare la mascherina, mantenere le distanze e lavare le mani ma anche di dormire di più.
fonte virgilionotizie.it