L’efficacia del 95%, elevatissima per un vaccino, non è appunto il 100% e non consente di sollevare nessuno dalle misure di protezione, almeno finché non si otterrà il secondo effetto, cioè la protezione collettiva, e con essa l’incapacità del virus di propagarsi”.
Lo chiarisce Paolo Spada, chirurgo Humanitas, fra i curatori della pagina social ‘Pillole di ottimismo’ ideata da Guido Silvestri, virologo della Emory University di Atlanta.
“I tempi saranno lunghi per arrivare a vaccinare tutti, inevitabilmente – scrive su Facebook – Ma i primi effetti si apprezzeranno molto presto: intanto sull’economia, che dalla prospettiva di uscita trae immediato vantaggio in termini di progettualità e sviluppo.
Poi dalla rapida messa in sicurezza della gran parte dei soggetti a maggior rischio, che alleggerirà il peso che grava sugli ospedali, oltre che sulle coscienze di tutti. Non è cosa da poco: il resto sarà la gestione di una più comune epidemia influenzale. Mascherine e distanziamento, ma la vita riparte.
In primavera, complice la stagione stessa, saremo tutti chiamati a una rinascita collettiva e ne sentiremo il profumo per le strade”, assicura il medico “a chi teme di aver perso ogni speranza, a chi sta per crollare proprio adesso, psicologicamente, ma anche materialmente”.
“Teniamo duro – esorta Spada – perché si tratta di poche settimane, davvero”. Però “da qui ad allora l’incidenza di contagio resterà elevata, perché la stagione è sfavorevole, e ogni allentamento nelle restrizioni si traduce in aumento dei casi”.
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