Così ANSO, Associazione Nazionale Stampa Online che rappresenta oltre 150 testate digitali locali e non che operano sul mercato italiano, boccia il disegno della nuova norma.
Nella bozza del provvedimento infatti si propone di colpire anche le revenue dei publisher – di qualunque dimensione – che ospitano pubblicità fornita da Google.
l testo infatti non si limita a tassare il corrispettivo di Google, ma esplicitamente include quelli dei publisher: al paragrafo 3 punto 5 la bozza di provvedimento recita: “Ai fini del computo dei ricavi imponibili […] rilevano i corrispettivi percepiti dai soggetti passivi dell’imposta che si occupano di collocare il contenuto pubblicitario mirato su siti di terzi e i corrispettivi percepiti dai soggetti passivi dell’imposta che ospitano nel sito web tale contenuto pubblicitario”. Così facendo è evidente che tutti gli editori che ospitano le pubblicità di Google si vedranno tassare ulteriormente un ricavo che è già tassato e su cui già paga le tasse.
In un contesto di crisi e di difficoltà di reperire pubblicità diretta gli editori, di ogni dimensione, hanno potuto godere di ricavi dalle pubblicità dei network internazionali alla fine di un 2020 tragico per la vita di milioni di italiani, per l’economia di tutto il paese dove gli editori digitali hanno rappresentato l’ultima frontiera dell’informazione locale e non, vedersi colpire da questo ingiusto ulteriore tassello è deprimente.
«Facciamo un appello al sottosegretario all’Editoria on. Martella, ai membri del Governo e del parlamento italiano affinché sia rettificata la norma e siano esclusi dalla nuova tassazione tutti i soggetti che già pagano regolarmente le tasse in Italia. Come ANSO siamo disponibili a spiegare, nel caso ci fosse la necessità, il funzionamento di questi network e la ricaduta sul mondo della piccola editoria digitale».
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