Il club granata, in tempo di Covid19, per limitare i danni aziendali determinati dalla “diminuzione dei ricavi da stadio e sponsorizzazioni”, e per recuperare la fidelizzazione dei propri tifosi, dovrebbe attivare una “mission efficace ed efficiente”, finalizzata ad approfondire i rapporti con istituzioni, mondo dei tifosi, e territorio di riferimento.
In tal senso, la Roma attraverso la mission “department” ha delegato il dirigente giallorosso Francesco Pastorello a curare i rapporti con la città. Grazie all’operazione “department”, i tifosi granata, potrebbero diventare “sostenitori” di un nuovo modello di governance, che in tema di fenomeno sociale, coinvolga direttamente il territorio, le istituzioni, le scuole, le associazioni di categoria.
Tifosi granata “artefici” di un progetto aziendale che determini la pianificazione di investimenti mirati sul territorio, finalizzati a promuovere “turismo sportivo” e relativa crescita economica.
Bacino d’utenza, presenze allo stadio, tradizioni e competenze calcistiche, indicano sempre più i tifosi della Salernitana quali “elementi di riferimento per supportare” la programmazione aziendale del “club dell’ippocampo”. Tifoso granata “aziendalista” che potrebbe essere protagonista della vita societaria, finalizzata a determinare per il club, “nuovi ricavi” e “nuove strategie aziendali”.
Il brand e la maglia della Salernitana costituiscono per i propri tifosi, l’identificazione e la fidelizzazione della squadra del cuore, per tale motivo, gli stessi potrebbero essere coinvolti in strategie di customer satisfaction, marketing e merchandising che la società intenderà attivare.
Tifosi di Salerno “promotori” della creazione del “Museo della storia Granata”, volano per “raccontare” la vita calcistica del club, e far riavvicinare ed appassionare sempre più i giovani tifosi alla squadra della Salernitana (vedasi l’iniziativa attivata dal Milan e dall’Inter).
Tifosi “organizzatori” di un “Villaggio Granata”, (da allestire nella prossimità dello stadio Arechi), dove ogni domenica, prima delle partite casalinghe, si possano organizzare eventi di marketing e merchandising , e nel contempo proiettare le immagini delle partite più significative ed emozionanti degli anni della serie A e B (vedasi l’iniziativa attivata dalla Sampdoria).
In tempo di calcio austerity, le società di calcio, non possono prescindere dalla “funzione di ricavo” legata ai tifosi e dai ricavi da diritti tv. Allo stato i club di calcio, si presentano sul mercato, come “soggetti sui generis”, rispetto al “prodotto commercializzato” , ed ai “fattori della produzione” utilizzati.
Il “prodotto” spettacolo ed i “calciatori” fattori della produzione, rendono i club di calcio oggetto di osservazione per i classici “stakeolder”, per il mercato, per i tifosi, e per le aziende sponsor.
In tale situazione, per migliorare la valutazione del brand societario con relativo aumento per il club dei propri ricavi commerciali, bisogna attivare una politica di fidelizzazione dei propri tifosi.
Operazione “doppio brand”: asset vincente per il club dell’ippocampo?
Antonio Sanges – Dottore Commercialista