Lo scrive il movimento delle Sardine. “I diritti in gioco sono di grande portata perche’ in mancanza di uno dei due non si rinuncia a una porzione di futuro, si rinuncia al futuro. Il tema e’ complesso e spostare l’apertura dal 7 all’11 gennaio, con ulteriori varianti regionali, e’ un pessimo segnale, un braccio di ferro che sa di presa in giro”, proseguono gli esponenti delle Sardine che propongono, per la ripartenza della scuola, un calendario
preciso.