Un nuovo test in sviluppo, tuttavia, promette di combinare l’efficacia dei migliori kit diagnostici con una velocità sensibilmente superiore a quella dei cosiddetti tamponi rapidi.
Com’è noto il test più efficace in assoluto dopo un tampone oro-rinofaringeo è la RT-PCR (reazione a catena della polimerasi inversa), un’analisi molecolare che amplifica l’RNA virale presente nel campione biologico estratto dal paziente e che richiede sofisticata strumentazione di laboratorio, in particolar modo per raggiungere le alte temperature alla base del processo. Per ottenere i risultati di un test del genere, ad esempio dopo essere passati al drive-in, a causa di questioni logistiche possono volerci anche 48 ore.
I test rapidi antigenici che vanno a caccia delle proteine superficiali del virus e non del suo genoma, d’altro canto, danno una risposta in tempi decisamente più rapidi (tra i 15 e i 30 minuti), ma non si tratta di veri test diagnostici in ambito clinico – a differenza della RT-PCR – e sono considerati meno precisi, con un rischio maggiore di falsi positivi–negativi.
Non è un caso che chi risulta positivo al tampone rapido deve poi sottoporsi a quello classico. Ora, grazie a un nuovo test ultrarapido in sperimentazione, sarà possibile ottenere un responso in meno di 5 minuti e con la medesima precisione dell’RT-PCR, grazie alla raffinata tecnologia su cui si basa.
Lo scrive FanPage.it
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