“Il sistema dei ‘colori’ – spiega – di per sé è ottimo, è giusto adeguare le misure alle specificità dei singoli territori. Ma la situazione ora è tale che avremmo bisogno di un lockdown forte per un mese, con l’obiettivo di tornare a un’incidenza settimanale di 50 casi per 100mila abitanti, la soglia che ci consentirebbe di ripartire con il tracciamento e far tornare l’epidemia sotto controllo. Purtroppo i dati parlano chiaro: c’è un peggioramento nel numero di casi, nei ricoveri, e abbiamo già superato il numero di decessi della prima ondata”.
Peraltro, fa notare l’esperto, “in Europa ormai molti Paesi stanno optando per il lockdown, anche se quasi tutti i leader occidentali, va detto, hanno adottato una politica di ‘inseguimento’ e non di anticipo rispetto alle mosse del virus. E preoccupa la variante inglese, che sta mettendo in ginocchio il Paese e potrebbe diffondersi anche da noi”.
Il problema insomma, sottolinea Ricciardi, è che il virus corre, e noi arranchiamo: “Siamo sistematicamente in ritardo. Se si adottano misure di contenimento quando la situazione è già grave ci vuole più tempo, e si ha un numero di morti molto superiore. E con l’inizio, tra qualche settimana, della campagna vaccinale di massa una situazione fuori controllo potrebbe complicare molto le operazioni. Rischiamo di essere costretti – conclude – a adottare misure di emergenza in corsa, e sarà tutto più difficile”.