Sono in salita anche i decessi e per la Fondazione sarebbe rischioso puntare tutto sul vaccino. Servirebbe invece un’immediata e rigorosa stretta per evitare un anno di difficile convivenza con il virus, con ospedali ciclicamente al limite del collasso, continue strette e allentamenti e un aumento inesorabile dei decessi
Entrando nel dettaglio dei dati, nella settimana 6-12 gennaio 2021, rispetto alla precedente, si conferma l’incremento dei nuovi casi (121.644 vs 114.132) a fronte di un lieve calo del rapporto positivi/casi testati (29,5% vs 30,4%)
Stabili i casi attualmente positivi (570.040 vs 569.161) e, sul fronte ospedaliero, lieve risalita dei ricoverati con sintomi (23.712 vs 23.395) e delle terapie intensive (2.636 vs 2.569); ancora in aumento i decessi (3.490 vs 3.300)
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- Decessi: 3.490 (+5,8%)
- Terapia intensiva: +67 (+2,6%)
- Ricoverati con sintomi: +317 (+3,4%)
- Nuovi casi: 121.644 (+6,6%)
- Casi attualmente positivi: +879 (+0,2%)
- Casi testati: +36.433 (+9,7%)
- Tamponi totali: +89.492 (+10%)
“I dati – ha affermato Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – confermano la lenta risalita dei nuovi casi settimanali e, sul versante ospedaliero, il costante aumento di ricoveri e terapie intensive dove l’occupazione da parte di pazienti covid supera in 10 Regioni la soglia del 40% in area medica e quella del 30% delle terapie intensiva”
Per Cartabellotta “a quasi un anno dallo scoppio della pandemia nel nostro Paese, non possiamo più permetterci di inseguire affannosamente il virus. Considerato che le prossime settimane saranno cruciali per il controllo della pandemia nell’intero 2021, sulla base delle migliori evidenze scientifiche, la Fondazione Gimbe sta elaborando una proposta per la gestione 2021 della pandemia, integrata con le certezze e incertezze del piano vaccinale”
La strategia prevede la continua valutazione di cinque variabili che condizionano il controllo della pandemia. Le prime due sono: la circolazione del SARS-CoV-2, in termini di incidenza di nuovi casi per 100.000 abitanti e l’impatto della COVID-19, sia sul sovraccarico dei servizi sanitari, sia sulla prognosi della malattia (aggravamenti, decessi), sia sulla riduzione dell’assistenza per pazienti non COVID-19
Un’altra variabile è l’aderenza della popolazione alle misure individuali: distanziamento sociale, utilizzo della mascherina, igiene delle mani, aerazione degli ambienti chiusi
Poi la copertura vaccinale, fortemente condizionata da approvazione e disponibilità dei vaccini. Al momento gli accordi con Pfizer-BioNTech e Moderna garantiscono all’Italia 102,3 milioni di dosi, ma le tempistiche di consegna sono certe solo per circa 37 milioni di dosi (10 entro marzo, 12,8 entro giugno e 14,8 entro settembre), a cui si aggiungerebbero ulteriori 40,3 milioni di dosi del vaccino AstraZeneca entro giugno in caso di positiva valutazione dell’EMA, attesa per il 29 gennaio
Infine la soppressione della catena di contagi. L’obiettivo strategico di contrasto alla pandemia, secondo la classificazione di un recente articolo pubblicato sul BMJ, è l’eliminazione che mira ad interrompere la catena di trasmissione del virus con azioni tempestive e incisive in caso di individuazione di nuovi focolai, attraverso un efficiente sistema di testing &tracing e l’isolamento non più fiduciario ma controllato, oltre alle misure individuali
“Considerati i modesti risultati ottenuti dal sistema delle Regioni ‘a colori’ e le incognite legate all’efficacia del vaccino soprattutto in termini di riduzione dei quadri severi di malattia e di trasmissione del virus – ha chiarito invece Cartabellotta – il lockdown rappresenta l’unica strada per mantenere il controllo dell’epidemia sino a fine anno senza affidarci esclusivamente al vaccino”
fonte Skytg24