Lo spiega uno studio pubblicato online su Nature che riporta i risultati osservati dall’analisi di 87 individui che erano stati infettati da SARS-CoV-2.
La ricerca, condotta da scienziati della Rockefeller University guidati da Michel Nussenzweig, ha permesso di svelare che i livelli di specifiche cellule B della memoria – cellule immunitarie che rimangono nel corpo dopo l’infezione e possono proliferare rapidamente e generare anticorpi contro SARS-CoV-2 dopo una eventuale reinfezione – sono rimasti costanti durante il periodo di analisi.
I risultati suggeriscono che le persone che sono state precedentemente infettate con SARS-CoV-2 possono potenzialmente montare una risposta rapida ed efficace al virus dopo la riesposizione.
Il sistema immunitario umano risponde alle infezioni producendo anticorpi che possono neutralizzare specificamente l’agente infettivo. E’ stato dimostrato che gli anticorpi umani contro SARS-CoV-2 proteggono dalle infezioni nei modelli animali.
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