La carcassa del cetaceo è stata rinvenuta dai subacquei della locale Capitaneria di Porto nel corso della ricerca di altro esemplare che, disorientato, si era avvicinato alla banchina del porto provocandosi lesioni sanguinanti. Nella vana ricerca del cetaceo, i subacquei hanno identificato il corpo di un’altra balena, lunga oltre 20 metri e del peso stimato di oltre 55 tonnellate, che giaceva sul fondo, evidentemente già da qualche giorno.
In attuazione di un’apposita procedura regionale, è stato prontamente allertato il Servizio Veterinario dell’ASL Napoli 3 Sud e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno (I.Z.S.M.) per il recupero della carcassa e per i dovuti accertamenti sanitari diagnostici e per la verifica delle cause del decesso.
Le operazioni di recupero, particolarmente complesse a causa delle imponenti dimensioni della balena, rivelatasi la più grande mai recuperata nel Mediterraneo, sono state eseguite con il coordinamento costante del Centro Regionale di Riferimento per la Sicurezza Sanitaria del Pescato (C.Ri.S.Sa.P.) istituito presso l’ASL Napoli 2 Nord dalla Giunta regionale e coordinato dalla UOD Regionale “Prevenzione e Sanità Pubblica Veterinaria” per la gestione di operazioni complesse riguardanti aspetti sanitari del pescato e delle specie acquatiche.
Il giorno successivo, sabato mattina, a causa dei gas sviluppatisi per i fenomeni degenerativi, il cetaceo è spontaneamente emerso all’interno del porto di Sorrento, manifestandosi nella sua imponenza.
Le operazioni di recupero si rendevano urgenti per le evidenti ripercussioni igienico sanitarie che avrebbero comportato necessariamente l’inibizione delle attività portuali.
Scartate le possibili soluzioni nell’ambito delle strutture portuali dell’area a causa dell’impossibilità di sollevare e trasportare in sicurezza un animale di dimensioni eccezionali per l’esecuzione della necroscopia ed il successivo smaltimento, si è deciso, nella notte di martedì di trainare, con mezzi della Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia, il corpo della balena fino al porto di Napoli. Quì l’Area di Coordinamento di Sanità Pubblica Veterinaria dell’ASL Napoli 1 Centro, identificata quale ASL capofila dalla Regione per l’affiancamento del C.Ri.S.Sa.P. e delle AASSLL, ha predisposto un’area all’interno di un bacino di carenaggio di un cantiere nautico, per poter compiere tutte le operazioni necroscopiche e gli accertamenti sanitari diagnostici prima dell’avvio allo smaltimento.
L’autopsia e gli accertamenti sanitari diagnostici, sono stati eseguiti nel corso dell’intera giornata di ieri con il coordinamento del C.Ri.S.Sa.P. e con la guida dell’ASL Napoli 1 Centro e la partecipazione di personale dell’I.Z.S.M., del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università Federico II di Napoli, del Centro Regionale di Riferimento per l’Igiene Urbana Veterinaria (C.R.I.U.V.), tutti afferenti al Polo Regionale Didattico Integrato, del Cetacean Emergency Response Team (C.E.R.T.) dell’Università di Padova, dell’Università di Siena, del Servizio Veterinario dell’ASL Napoli 3 Sud e dell’ARPAC.
Le operazioni si sono svolte con la sorveglianza della Capitaneria di Porto di Napoli e del Comando Generale di Roma della Guardia Costiera e la costante presenza di mezzi e personale della ditta incaricata dall’ASL Napoli 3 Sud per il recupero della carcassa e per impedire il deflusso di materiale organico in mare.
Il Comune di Sorrento si è reso parte attiva per il recupero dello scheletro dell’animale che sarà destinato all’esposizione permanente, dopo le operazioni di musealizzazione.
(foto Ansa)